Le Lettere di don Sergio – Due in una sola carne
A conclusione delle considerazioni fatte sui passi di Amoris Laetitia che parlano di amore coniugale, ritengo utile richiamare brevemente il motivo per cui San Tommaso d’Aquino diceva che: “Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza”.
Queste parole sono state richiamate spesso dai Papi recenti e sono richiamate anche in Amoris Laetitia al n. 121. Inoltre, come dice San Paolo nella lettera agli Efesini, l’amore dello sposo per la sposa deve essere simile a quello di Gesù per la Chiesa (Che dà la vita per Lei).
Ritengo che il motivo di tali affermazioni risieda in tanti passi dell’Antico Testamento in cui si parla dell’Amore di Dio per il suo popolo, come di un amore fedele per la sua sposa, e soprattutto sulle parole di Gesù, riportate nel Vangelo di Matteo: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi». (Mt 19, 4-6)
Queste parole della Sacra Scrittura e del Vangelo svelano il senso dell’amore coniugale come un “disegno di Dio” fin “da principio”, inscritto quindi nella “natura dell’uomo”, creata con una differenza sessuale orientata all’unità, feconda e indissolubile, vivificata da un amore fedele e stabile; questo amore a cui l’uomo è chiamato per realizzare questo disegno è anche immagine dell’Amore Trinitario e dell’Amore di Cristo per la Chiesa. Questo è evidentemente un processo dinamico, non qualcosa di già presente, ma che, a partire dalle imperfezioni e debolezze presenti in tutti, può crescere e migliorare con il tempo, essendo i coniugi, per questo scopo, sostenuti anche dalla Grazia.
Questo non impedisce che si possa pensare all’Amore di Dio per ciascuno di noi come all’Amore di un Padre o anche di una Madre per un figlio, ma è, al contrario, il Mistero dell’Amore coniugale che non può essere svilito e paragonato ad altri tipi di unioni, più o meno appassionate, spontanee o volontarie, ma inadeguate a compiere e realizzare “il disegno di Dio” per l’uomo e la donna, che invece è chiamato a realizzare un’unione così straordinaria, tale da essere “a somiglianza” dell’Amore Trinitario.