Articoli / Blog | 20 Giugno 2017

Agi – Perché sono d’accordo con monsignor Galantino

Non ci si può lamentare di Galantino che rimprovera i politici quando cambiano idea “per rincorrere il proprio successo” e allo stesso tempo essere contenti che la Chiesa stia per emanare un decreto in cui mafiosi e corrotti verranno scomunicati.

A proposito del Segretario della Cei qualcuno mi ha detto sospirando “magari i preti tornassero a fare semplicemente i preti”: parole ambigue che significano solo augurare alla Chiesa di tornare nelle sagrestie e di occuparsi di temi esclusivamente “spirituali” dimenticando che Cristo insegna che nell’uomo tutto ciò che è spirituale è contemporaneamente anche carnale, e quindi sociale e politico.

Non c’è dubbio che oggi come oggi il primo compito del cristianesimo è quello di umanizzare il mondo: per questo Papa Francesco, dopo aver di fatto abrogato la scomunica per aborto con la Lettera Misericordia et Misera a chiusura dell’anno santo, ha messo in moto un processo al termine del quale sarà emanato un decreto che scomunica chi si macchia dei delitti di mafia e di corruzione. Perché non era umano scomunicare una ragazza che abortiva e usare una tolleranza del tutto diversa verso chi invece si macchiava di delitti frutto della criminalità organizzata.

Chi ritiene che “umanizzare il mondo” sia un compito povero e piccolo per un cristiano può pensare ai nostri missionari che, da decenni, quando arrivano in un villaggio dove manca l’acqua, prima di insegnare il catechismo aiutano a scavare il pozzo. Oscar Romero, ammazzato mentre celebrava la Messa, è stato riconosciuto come martire perché chi gli ha sparato lo ha fatto a causa delle omelie in cui denunciava la violenza e il sopruso esortando tutti alla pace e alla riconciliazione. E così entrava in conflitto con i capi di un governo che lo accusava di essere “un socialista”.

Galantino, dicendo a Repidee2017 che “si combatte l’antipolitica con una politica sana, si combatte l’antipolitica non facendo chiacchiere, si combatte l’antipolitica (…) dando risposte sensate a domande reali”, si è semplicemente comportato come Romero. E forse non è un caso che le prime parole di scomunica ai mafiosi furono pronunciate da Papa Francesco proprio quando il Pontefice era in visita a Sibari, dove Galantino era vescovo.

Tratto da Agi