Agi – Se Francesco sposta la processione
Tra giovedì 15 giugno e domenica 18 Papa Francesco compirà un altro dei suoi gesti storici. È una decisione però che questa volta, per essere compresa appieno, richiede un minimo di spiegazione. La notizia è che la processione del Corpus Domini da giovedì 16 viene spostata alla domenica successiva.
Da quando era stata istituita da Giovanni Paolo II, la cerimonia si svolgeva il tardo pomeriggio del giovedì e rendeva ulteriormente invivibile il già agonizzante traffico di Roma. La sala stampa spiega che lo spostamento avviene per “evitare i disagi che ogni anno la processione creava al centro della città a causa della chiusura di via Merulana che collega le due basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, proprio nell’ora del rientro”.
Non è una notizia da bollettino parrocchiale ma una decisione che fa splendere il grande rispetto di Papa Francesco per la società civile e il mondo laico.
Tutto ha inizio quando Karol Wojtyla giunge in Vaticano. Siamo nel 1978 e all’approssimarsi della festa del Corpus Domini il Papa scopre che la “sua” processione con il Santissimo esposto – quella che faceva per le vie di Cracovia nonostante il regime comunista – si sarebbe svolta non per le vie della Capitale ma per i vialetti della Città del Vaticano. Uno che avrebbe fatto cadere il muro di Berlino non poteva certo indugiare dinanzi al centrosinistra italiano e così ben presto la processione si trasferì dalle siepi vaticane ad un tracciato magnifico ed imponente nel cuore della capitale.
Francesco, con un’altra storia alle spalle e un’altra sensibilità, decide di stare attento al disagio dell’uomo che lavora in giorno feriale, soprattutto a quelli che in processione non ci vogliono andare e che bloccati nel traffico al passare di una processione cristiana iniziano, a causa una festa da cui si sentono distanti, quanto meno a lamentarsi dell’invadenza clericale.
Appare un po’ più “cosmetica” la prima motivazione data dalla Sala Stampa: quella di far crescere il numero di partecipanti. Tutti sanno che i romani passano le domeniche di giugno al mare e inoltre questo desiderio “pontificio” non sarebbe coerente con la condotta di un Papa che ha fatto dell’antitrionfalismo e del disinteresse per i numeri una bandiera. Verissima invece, secondo la logica bergogliana, appare l’altra preoccupazione: quella cioè della squisita intenzione di Papa Francesco di togliere disagi a chi lavora e di rispettare la società civile. Anche quella di chi non crede e che se trascorre un giovedì pomeriggio imbottigliato nel traffico certo non leva lodi al Cielo né esprime atti di adorazione a Cristo Eucarestia.
Tratto da Agi