Articoli / Blog | 03 Giugno 2017

Agi – I santoni non fanno parte della Chiesa

Nelle ore in cui i cattolici ricordano lo Spirito Santo e la Pentecoste è bene ritornare al raccapricciante evento del piccolo Francesco, morto pochi giorni fa a causa di un’otite non curata. Massimiliano Mecozzi infatti, il medico accusato di omicidio colposo per aver prescritto al bambino solo farmaci omeopatici, aveva aderito alla “setta” (così la definisce il Corriere della Sera) Roveto Ardente nata, secondo la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, nella parrocchia di Bobbiate in provincia di Varese,  che aveva poi filiato a propria volta, a Pesaro, un gruppo guidato da Don Sandro, parroco in pensione. In essa pare si creda che i cristiani possano guarire da dolori e malattie solo tramite l’esclusiva “imposizione delle mani”.

I racconti che seguono – questa volta narrati da Repubblica – mescolano rosari, miracolose saldature di vertebre, ave marie, bibbie, riti matrimoniali e gruppi carismatici: che appunto hanno il problema di attribuire la loro autorità allo Spirito Santo.

Bisogna invece affermare con chiarezza che le mescole menzionate più sopra niente hanno a che vedere con il cristianesimo e somigliano più che altro a superstizioni idolatriche e pagane: perché lo Spirito Santo è ben lontano da tutto ciò che è contrario e diverso rispetto alla normale andatura della vita.

Per esserne convinti basta pensare a Karol Wojtyla – per la Chiesa san Giovanni Paolo II – che tra ricoveri, degenze ed operazioni trascorse 160 giorni della sua vita in ospedale. Il primo evento avvenne a Cracovia quando a 24 anni, uscendo dalla fabbrica dove lavorava, fu investito da un furgone. Il secondo ricovero fu 37 anni dopo, al Gemelli, in seguito all’attentato del 13 maggio 1981. Il terzo venne effettuato appena 17 giorni dopo a causa di una complicazione batterica, e durò 55 giorni. In tutto, fino alla tracheotomia elettiva con cui morì, i ricoveri di Karol Wojtyla da Papa furono undici e mai nessuno – tanto meno il pontefice poi dichiarato santo – ritenne di doversi curare con imposizioni delle mani, rosari o preghiere litaniche. Si affidò invece in tutto e per tutto alla medicina: quella normale, tradizionale e scientifica.

Chi pensa il contrario non è cristiano perché dimentica che Gesù, per i cristiani, è sia Dio che uomo: per un cristiano, cioè, è cristiano tutto ciò che è umano. Nel vangelo c’è un punto nel quale Cristo sancisce questa continuità umano – divina. È quando dice: “Quando si fa sera voi dite: ‘bel tempo perché il cielo rosseggia’; e al mattino: ‘oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo’. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?” (Mt 16, 2-3).

L’uomo che legge la natura, il caldo e il freddo, la pioggia e il sole, è lo stesso che prega Dio, lo pensa e lo ama. Abbiamo cinque sensi, un solo cuore e un solo cervello e con essi ci rapportiamo sia a Dio che all’uomo, sia alle anime che ai virus e ai batteri. Sia all’otite che allo Spirito Santo.

Tratto da Agi – Agenzia giornalistica Italia 

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