Le Lettere di don Sergio – Cristianesimo e gnosi
Talvolta capita di sentir parlare di cristianesimo gnostico o gnosi cristiana, comincio dunque col mettere in evidenza le differenze tra cristianesimo e gnosi.
Il Cristianesimo fonda la fede su una Rivelazione operata dal Dio trascendente, che interviene nella storia umana: la Rivelazione ha dei contenuti di Verità, alcune dei quali riguardano verità inaccessibili alla sola ragione umana, mentre altri sono difficili da raggiungere con certezza; allo stesso tempo però la Rivelazione è anche comunicazione di una Vita nuova soprannaturale che richiede mezzi soprannaturali, per cui la vita morale ha bisogno di una Grazia per raggiungere la Salvezza. L’intervento di Dio ha inoltre sempre la caratteristica di un dono gratuito.
La religiosità gnostica è invece una religiosità che si fonda sul rifiuto della propria condizione di finitezza, dalla quale si aspira ad uscire intuendo che il proprio io può lottare per liberarsi dalla situazione di sofferenza presente, giungendo a ritrovarsi trasformato in un nuovo mondo. Il punto di partenza dello gnostico è «la sofferenza presente», il «male» che sente di subire ingiustamente e quindi l’attenzione dello gnostico è rivolta verso la ricerca di una spiegazione del perché «io debba soffrire ingiustamente». Le cause della sofferenza sono quindi proiettate all’esterno, nel mondo, nella società, nelle istituzioni sociali o religiose, nel Dio dispotico, ecc …, mentre la propria libertà è vista come aspirazione all’affrancamento da leggi ingiuste ed oppressive. Penso che non sarebbe errato definire la religiosità gnostica come una religiosità nella quale sia stato eliminato il peccato di superbia; una religiosità nella quale, viceversa, la superbia sia in certo modo esaltata, come recupero di una dignità non riconosciuta.
In tutti i sistemi gnostici, la condizione emotiva sulla quale si fa leva è la sensazione del sentirsi straniero in una terra ostile; a questa condizione di estraneazione viene offerta la salvezza della gnosi, la conoscenza salvifica che promette il recupero della situazione edenica originaria, persa per colpa altrui. La salvezza consiste allora nell’appropriarsi di una tecnica di purificazione, mentre la morale è valutata, non come corrispondenza con un ordine trascendente, ma come efficacia ai fini del risultato da conseguire.
Questi elementi spiegano la facilità con cui un sistema gnostico può far presa su persone provate da situazioni di disagio personale oppure molto sensibili verso la sofferenza altrui, e spiegano anche il fatto che il sistema gnostico sia vissuto come una variazione «più adatta» di un cristianesimo giudicato, per qualche aspetto, troppo esigente o inadeguato alla situazione storica del momento.
Quanti “salvatori” si sono succeduti in questi ultimi secoli, promettendo salvezze più “accettabili” di quella di Cristo, ma che spesso hanno poi costruito “pseudo-religioni” intolleranti ed oppressive (Rivoluzione francese, comunismo, nazismo, liberalismo capitalista, scientismo, ecc …) con tecniche raffinate di conquista e di mantenimento del potere. In questa stessa linea, pur non essendo giunte al potere, ma accontentandosi di una forte egemonia culturale, si collocano la rivoluzione sessuale degli anni ’60 ed ora la rivoluzione omosessuale contro l’intolleranza “omofoba” (causa di ingiuste sofferenze).
Don Sergio Fumagalli è nato nel 1957 ed è diventato presbitero il 21 maggio 2005. Attualmente è vicario nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino a Roma. Ha un suo sito
Ricordo che anche per “L’angolo del teologo” vale ciò che vale per ogni Lettera, e cioè che l’autore è l’unico responsabile di quanto ha scritto