Le Lettere di don Sergio – La nuova gnosi
Vorrei cominciare, con questo articolo, una serie di riflessioni su questo tema – la nuova gnosi – , cercando di condensare in poche righe alcuni argomenti che ho cercato di approfondire in passato, sulle opere di Augusto Del Noce ed Emanuele Samek Lodovici.
Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, San Giovanni Paolo II, presentando una riflessione sugli avvenimenti drammatici degli ultimi due secoli – la nascita ed il tramonto delle ideologie totalitarie del comunismo e del nazismo –, si domandava se nei paesi occidentali odierni “non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l’uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell’uomo”. La presente ideologia del male, egli afferma, è conseguenza del rifiuto di Dio come Creatore, del rifiuto della “natura umana come «dato reale», e in suo luogo è stato posto un «prodotto del pensiero» liberamente formato e liberamente mutabile a seconda delle circostanze”; questo rifiuto, con il surrogato che tenta di compensarlo, è all’origine del pensiero illuminista e post-illuminista.
In consonanza con il pensiero di Giovanni Paolo II, penso che il pensiero moderno, o gran parte di esso, quella parte che ha dato origine alle ideologie totalitarie e quella che si presenta anche oggi alla base della moderna società permissiva, ha origini gnostiche; è tipicamente gnostico proprio questo cambiamento di prospettiva che sostituisce l’uomo al posto di Dio: per lo gnostico, l’Incarnazione e la Salvezza non sono un dono gratuito di Dio, ma è l’uomo stesso che può farsi Dio e la salvezza sta nello scoprire il dio che c’è in ognuno di noi.
In questa luce possono essere viste anche le parole che il Cardinale Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, ha pronunciato nell’omelia della S. Messa di apertura del Conclave, il 18 aprile 2005:
“Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare «qua e là da qualsiasi vento di dottrina», appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. «Adulta» non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. È quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità […] San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana”.
Don Sergio Fumagalli è nato nel 1957 ed è diventato presbitero il 21 maggio 2005. Attualmente è vicario nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino a Roma. Ha un suo sito
Ricordo che anche per “L’angolo del teologo” vale ciò che vale per ogni Lettera, e cioè che l’autore è l’unico responsabile di quanto ha scritto