Blog / Nuccio Gambacorta | 13 Febbraio 2017

Lettere di Nuccio Gambacorta – Malattia, libero arbitrio, peccato

Ho letto qualcosa su recenti fatti di pedofilia e del resto ormai ci stiamo abituando anche a questo visto che la società odierna sembra attraversata da una follia sempre più dilagante e sempre più difficile da controllare. Certo esistono dei provvedimenti giuridici che mettono a freno e puniscono coloro che si macchiano di colpe gravi come la pedofilia eppure il terribile problema ci chiediamo se possa essere risolto e sanato solo e comunque da provvedimenti penali o non piuttosto coadiuvato seriamente da cure mediche e sanitarie. Anzitutto sarebbe opportuno considerare quel meccanismo di “trasmissione” del comportamento pedofilo, vale a dire il “carnefice” è stato anche lui “vittima” e quindi in minima parte potrebbe essere parzialmente giustifcato ma intorno a tali tristissimi episodi molte sono le responsabilità di chi sa e non parla. Quando tali fatti si verificano in seno alla Chiesa allora tutto si aggrava e le colpe non sono più singole ma collettive, in quanto il silenzio dei vescovi “incoraggia” le malefatte. Se spostiamo il discorso invece alla società laica, non sono rari i casi di violenze sessuali che si consumano in famiglia nella più assoluta omertà. Qui naturalmente non stiamo parlando di libertà sessuale ma di violenza vera e propria, difatti laddove c’è libertà si fanno scelte consapevoli tra persone consenzienti, viceversa la violenza è dominio del più forte sul più debole che in questo caso è il bambino. Ma se la pedofilia è sinonimo di “malattia” allora è da considerare peccato ?   Un uomo malato è un uomo peccatore ? La legge divina e anche quella umana devono punire oppure curare e far guarire la persona abbrutita dal vizio ?  E poi c’è da chiedersi se da tali malattie si può  guarire del tutto.  Si sente parlare di castrazione chimica come ulteriore rimedio totale a queste perversioni, eppure ci si chiede se l’aggressività tolta dalla sua “sede” non possa sfociare in. violenze d’altro genere. Allora anche l’uomo di fede può essere tentato di chiedersi: Ma Dio perchè permette tutto questo male ? La risposta è la solita : Lui rispetta la nostra libertà, anche quella di compiere il male. E si torna punto e a capo chiedendosi di nuovo se una persona malata è da considerarsi peccatrice, laddove si intende qui per malattia una patologia psichica, mentale piuttosto che una sindrome fisica. Per concludere, se il “peccato” è commesso da un malato non è propriamente peccato in quanto un malato di tal genere non è in grado di discernere perchè schiavo delle sue pulsioni che andrebbero controllate e possibilmente sanate da qualificate equìpe mediche.