Blog / Nuccio Gambacorta | 13 Gennaio 2017

Le Lettere di Nuccio Gambacorta – Pace agli uomini di buona volontà

Il Natale è andato via lasciandomi nella mente le parole degli Angeli sulla grotta di Betlemme. Quelle frasi che già da bambino notavo scritte sul cartiglio di queste creature alate. Non era scritto “pace in terra ai poveri” o nondimeno “pace in terra ai ricchi” ma propriamente agli uomini di Buona Volontà. Spesso mi sono soffermato sul significato di questa parola e alla fin fine ho compreso che veramente molto se non tutto nella vita dipende da questa buona volontà che senz’altro determina il corso della nostra esistenza. Lasciamo perdere per un attimo concetti del tipo “destino” “fortuna” “fatalità” e dirigiamo la nostra attenzione su cos’è questa benedetta buona volontà. Mi piace partire sempre da esperienze personali così non sbaglio mai. Nel mio vissuto la volontà ce l’ho messa sempre per “creare” un quadro, un disegno, un costume teatrale, un’amicizia, un amore e per crearle queste cose, bene, il più bene possibile facendo anche riferimento ai miei mezzi. Che importa se sono ricco o povero ? Le mie condizioni economiche son sempre state modeste, eppure malgrado ciò qualcosa l’ho fatta, ho realizzato delle cose belle che destano attenzione e ammirazione da parte della gente. Ultimamente un amico pittore m’ha definito “showman” in quanto me la cavo nel ballo, nel canto e nel teatro. Se fossi stato ricco sarebbe risultato ugualmente il mio estro creativo o non mi sarei dato magari agli stravizi e a una vita dissipata? Eppure per tornare agli angeli e alla grotta di Betlemme, lì i ricchi ci stanno, sono i tre Re Magi venuti dall’Oriente e portano doni di lusso, di gran valore al Bimbo Gesù ma essi sono dei ricchi “saggi” e sapienti nonchè umili, quindi non tronfi e pieni di sè ma disposti a conoscere un’altro Re e a riconoscere che Lui è più grande di loro. Ecco questi sono i ricchi che Dio ama quelli pronti a capire che la loro ricchezza non è tutto. Per quanto riguarda i poveri, in questo caso i pastori, benchè poveri donano a Dio quel pò che hanno, prodotti della terra, pastorizie e non stanno lì a recriminare, a lamentarsi o peggio ancora a invidiare quei tre Re col loro seguito sfarzoso. Questi sono i poveri che Dio ama, pronti a dividere le loro povertà, ad accettare il loro stato senza disperarsi perchè in situazioni precarie. Dunque la “buona volontà” può garantire veramente quel senso di pace con gli altri e con sè stessi e non è affatto vero che i poveri vanno in Paradiso e i ricchi all’ Inferno poichè non basta essere poveri per salvarsi come non è condizione conseguente alla perdizione la ricchezza, tutto dipende da come la si vive la propria realtà sociale. La povertà più preziosa non è forse riconoscere la grandezza di Dio ? E la ricchezza più temibile non quella di pensare che il denaro sia onnipotente ? E se io, una volta cresciuto, in piena maturità mi accorgo di essere omosessuale, questa cosa la vivo come una povertà o come una ricchezza ? Può essere entrambe le cose a seconda dei punti di vista e alfine, come sentivo dire da Don Mauro in televisione su Rai2, è un MISTERO. Allora mettiamoci la buona volontà ad accettarla come tale evitando inutili moralismi o enfatici esibizionismi.