Lettere di Renato Pierri – Amoris laetitia. L’esagerata preoccupazione di alcuni cardinali (Dialogo immaginario tra due suore)
Suor Teresa: ”Veronica, senti senti questo che dice, ti leggo dal blog “Come Gesù”: «I potenti della postmodernità, ben sapendo che senza togliere di mezzo quest’ostacolo, cioè la vita sacramentale della Chiesa, non riusciranno mai a impadronirsi del mondo, colpiscono i sacramenti nei quali la Chiesa di Cristo nasce e si sviluppa. Colpiscono perciò il sacramento del matrimonio e la famiglia che in esso nasce, colpiscono gli altri sacramenti a esso organicamente legati, i sacramenti cioè della penitenza e dell’eucaristia» E’ un passo di un articolo tratto da Il Foglio del 2 dicembre, di Stanislaw Grygiel, docente ordinario di Antropologia filosofica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II”.
Suor Veronica: “A me, Teresa cara, sembrano parole a dir poco sconcertanti. Esagerate. Si potrebbe pensare che i potenti della postmodernità avevano già in mano il mondo (tutto?) durante i lunghi secoli dopo Cristo, quando la Chiesa cattolica non si era accorta dell’esistenza del sacramento del matrimonio, e i cristiani si “sposavano come tutti” (Lettera a Diogneto). Nel 1184, con il Concilio di Verona si trova il matrimonio elencato tra i sacramenti della Chiesa. Solo nel 1215, nel corso del Concilio Lateranense IV la Chiesa cattolica regolamentò la liturgia per il matrimonio e gli aspetti giuridici relativi ad esso”.
Suor Teresa: “Hai ragione, cara, e perché afferma che colpendo il sacramento del matrimonio, i potenti della postmodernità colpiscono gli altri sacramenti a esso organicamente legati? Non godevano ottima salute, confessione e eucaristia, quando il sacramento del matrimonio non esisteva?”
Suor Veronica: “Ma certo, mia cara, ma ti pare? Sono sciocchezze”.
Suor Teresa: “Però, forse, i quattro cardinali che hanno chiesto chiarezza al Papa soprattutto in merito al capitolo VIII di Amori laetitia, non hanno tutti i torti”
Suor Veronica: “No, non hanno tutti i torti, ma il fatto è, cara mia Teresa, che secondo me il Papa non può fare chiarezza”.
Suor Teresa: “Perché? Dimmi”
Suor Veronica: “Perché, ma è solo un mio parere, non può dire chiaramente ciò che pensa in cuor suo. I tempi non sono ancora maturi, toccherà ad un altro Papa un giorno dire la verità”
Suor Teresa: “Si, ma dimmi, che cosa pensa il papa in cuor suo?”
Suor Veronica: “Quello che pensiamo io e te. Aspetta, andiamo in cortile, ché potrebbero sentirci. E’ semplice: il Papa magari non lo dice neppure chiaramente a se stesso, però, poiché è uomo buono e intelligente, sente dentro di sé che il discorso di Gesù sul divorzio è un discorso ingiusto”
Suor Teresa: “Abbiamo già affrontato tante volte questo argomento. Le parole di Gesù erano rivolte soprattutto agli uomini del suo tempo, che con facilità ripudiavano la moglie se trovavano in lei “qualcosa di indecoroso” (cfr Dt 24,1). Tu pensi che il Papa segretamente sia della stessa nostra opinione?”
Suor Veronica: “Ma sì, amore mio, come può un uomo buono e intelligente non ritenere una grave ingiustizia negare l’eucaristia a persone buone e innocenti? Il discorso di Gesù se non altro è ingiusto verso il coniuge innocente costretto a divorziare”.
Suor Teresa: “Sì, anche questo discorso l’abbiamo già fatto”
Suor Veronica: “Ma sì, tu pensa ad una povera donna maltrattata da un uomo violento, costretta a chiedere il divorzio magari anche per il bene dei figli, e che trova una brava persona con la quale formare una nuova famiglia. Come potrebbe il Signore ritenerla una peccatrice?”
Suor Teresa: “Sì, sì, Veronica, Veronica cara…”
Suor Veronica: “Che c’è, non sei persuasa? Ti vedo pensierosa”
Suor Teresa: “Mah, pensavo… pensavo a quante mortificazioni, quanto dolore tante brave persone religiose hanno dovuto subire a causa di questo sacramento”
Suor Veronica: “Mia cara dolce amica, a me viene alla mente l’episodio della moltiplicazione dei pani. Gesù ordinò agli apostoli di dar da mangiare alla folla affamata adagiata sull’erba. Gli apostoli dispensarono a tutti il pane, tutti avranno teso la mano, tutti avranno avuto il loro pane, a nessuno sarà stato rifiutato, neppure a coloro che magari avevano ripudiata la sposa (vuoi che non ce ne fossero?) e si erano risposati.
Veronica Tussi