Le Lettere di Hermes – L’arte di vivere
Buongiorno a tutti, stavolta voglio parlare dell’arte di vivere, un’arte che richiede attenzione, pazienza e abilità e a cui tutti, ovviamente, siamo subordinati. Qualsiasi attività artistica è sorretta anche da queste prerogative. La differenza sta nel fatto che il momento creativo consta di due elementi indispensabili: il soggetto e l’oggetto, ovvero l’operatore artistico e gli strumenti del suo “lavoro” mentre l’esistenza umana nel suo svolgersi presenta infinite e varie situazioni fatte da relazioni interpersonali che si dipanano come in una matassa non sempre facile a sciogliersi, anzi talvolta aggrovigliata e piena di nodi. Incontri, scontri, dialoghi, accomodamenti, confronti, incomprensioni, litigi, tagli, riconciliazioni, egoismi, collaborazioni, solidarietà, opportunismo e chi più ne ha più ne metta. Se per uno come me è relativamente facile realizzare un’ opera d’arte (mi bastano una tela, dei colori, matite, pennelli ecc.) e non attendo neanche più l’ispirazione per dipingere o disegnare, tanto so che il risultato l’ottengo in ogni caso. I rapimenti mistici non li cerco più, chè sennò avrei chiuso con l’arte e quindi vado sul sicuro anche se stancamente visto che c’è quell’altra “arte” che mi stanca parecchio per noi artisti che ed ogni giorno mi mette alla prova ponendomi difronte a situazioni nevrotiche, squilibrate, disarmoniche non solo con me stesso (questo potrei sopportarlo) ma sopratutto con gli altri. Alcuni ritengono che ognuno di noi lancia dei messaggi inconsapevoli al suo prossimo e quindi ognuno ha il prossimo che si merita, in altre parole “similia cum similibus”. Per noi artisti che possediamo un’energia del tutto particolare, come dice il mio Vescovo e aggiunge che questa energia può essere creativa o distruttiva (vedi i poeti maledetti che tra un verso e l’altro si cibavano di droga) allora il delicatissimo conflitto è proprio questo, vivere la vita con allegria, leggerezza, solarità o appesantirla con seriosità, continue e logoranti introspezioni, tormenti interiori? Io sarei propenso alla prima soluzione, epperò le persone con cui ho a che fare spesso mi tentano a percorrere la seconda strada ricordandomi che sono adulto, che devo responsabilizzarmi, che ho una morale da difendere, che la mia era una famiglia per bene timorata di Dio, che sto esagerando nello “sputtanarmi” così, che sto diventando uno spregiudicato, un PORNOGRAFO !!! Sarebbe ora che io diventassi del tutto strafottente e che la gente pensasse ai propri scheletri nell’armadio e non ai miei. Alla fin fine penso che rimaniamo solo in due, io e Dio e neanche la chiesa forse può salvarci se non entriamo in confidenza col Signore, con il Padre Misericordioso che conosce i nostri peccati ma anche le nostre sofferenze. Attualmente non vado spesso in chiesa ma prego ugualmente a modo mio e chiacchiero con Gesù chiedendogli continuamente di alimentare la Sua Presenza dentro il mio essere. Il segreto è tutto qui, avvertire Dio dentro di me e non fuori chissà dove. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona giornata.