Loretta Conte – Il nido
Gentile padre Mauro Leonardi, io la seguo con molto piacere e sono d’accordo con quello che lei scrive. Ogni tanto faccio leggere a mio marito i suoi articoli. Ho scritto un altro racconto sugli animali. Ho cambiato il nome dei personaggi ma in realtà siamo io e i miei nipotini che abbiamo assistito e curato la nascita degli uccellini. Le invio il mio racconto “Il nido” che ha vinto con l’editore: “Albatros” il terzo premio internazionale di narrativa e vorrei che lei gentilmente lo publicasse nel blog “Come Gesù”.
Grazie, Loretta Conte
Maria chiama i suoi nipotini di due e quattro anni; sono due maschietti vispi e allegri che spesso stanno con lei, si chiamano Luigi e Giorgio. “Bimbi venite a vedere il nido rivestito di paglia che hanno preparato i due diamantini, la femmina ha deposto sei piccole uova bianche nel cestino di paglia e si è seduta sopra per covarle”
I bambini corrono,prendono la sedia e salgono per guardare. Maria accende una pila per vedere meglio le uova. I bambini li osservano meravigliati e fanno a gara per avere la pila e scorgere le bianche uova; l’uccellino femmina li guarda severamente, è gelosissima delle sue uova, non vuole che il suo nido venga toccato e tanto meno osservato.
I bambini si spingono, poi sorridono, desiderano rendersi utili per l’evento atteso, prendono il cibo dalla bustina e riempiono le vaschette, chiedono al nonno l’insalatina lavata e asciugata e la mettono tra le sbarre della piccola gabbia.
I bimbi hanno dato un nome a questi due simpatici uccellini: il maschio si chiama “Mirko” e la femmina “Biondina”; hanno tutti e due un bel becco rosso. La settimana scorsa avevano inserito tra le sbarre della gabbia un po’ di fili di paglia e il maschio con il suo becco aveva preso una alla volta questi fili di paglia e girandoli su se stessi li aveva portati nel nido coprendolo sia sopra che sotto; poi li aveva cementati con lo sterco. Il nido era fatto con arte e tecnica incredibili, sembrava un uovo con l’apertura su di un lato per entrarvi. La femmina è poi entrata ed ha depositato sei uova accovacciandosi sopra e lasciando il nido solo per andare a cibarsi. Maria e i suoi nipotini amano gli animali, specialmente gli uccellini e spesso si accostano alla gabbia per osservare il nido preparato da loro con maestria.
Il maschio sembra un tenore, è molto innamorato della femmina è felice ed esprime questa sua gioia cantando e gorgheggiando cinguettii dolci e vibranti. Sono canti che inebriano lo spirito di chi lo ascolta.
Mirko dopo aver preparato il nido trova inserita al cancelletto della gabbia una vaschetta con dell’acqua tiepida e cinguettando par che dica:” Un bel bagno caldo è quello che ci vuole dopo aver preparato il nido”. La femmina biondina lo chiama: : ” Mirko ,ora tocca a te covare un poco le uova ,perché anch’io ho bisogno di fare un bel bagno caldo e di beccare un po’ di cibo”. Mirko con il suo cinguettio annuisce e prende posto nel nido. Dopo poco anche Biondina lo raggiunge e insieme si accovacciano toccandosi con la punta del becco e si addormentano felici.
Biondina ha depositato le uova uno alla volta, ciascuno intervallato da brevi periodi ; quando le depositava nel nido, si gonfiava tutta per lo sforzo di premersi e farli uscire dalla pancia.
Dal momento che ha deposto le uova sono trascorsi quindici giorni; finalmente una sera Maria sente dei piccoli cinguettii labili, si avvicina lentamente e si accorge che il lamento proviene dal nido; In quel piccolo cestino ci sono cinque uccellini senza piume e con gli occhi chiusi che attendono la mamma che li imbecca, vi è ancora un altro piccolo uovo che si aprirà l’indomani per far uscire l’ultimo nato!
L’indomani Maria avverte i suoi nipotini che felici corrono a casa della nonna per vedere la nascita dei sei uccellini. Maria sente bussare la porta, corre ad aprirla; Luigi e Giorgio senza neanche togliersi il cappotto, si precipitano incuriositi verso la gabbia, sbirciano nel nido e osservano con attenzione facendo a gara a chi per prima deve vedere gli uccellini.
Mirko e Biondina sono un po’ infastiditi dal vociare dei bimbi; essi sono molto attenti alla loro nidiata e sono gelosissimi, pertanto si accovacciano sui loro piccoli e non vogliono che qualcuno li tocchi e tanto meno li osservi troppo a lungo.
Maria e i suoi nipotini li lasciano tranquilli, rispettano la privacy di questa bella famiglia di diamantini e così si allontanano dal loro nido.
Gli uccelli hanno una velocità di crescita maggiore rispetto a quella dei mammiferi e degli uomini; in quindici giorni si coprono di piume, diventano più grandi ed aprono gli occhi.
Una settimana dopo gli uccellini lasciano il nido, il papà e la mamma cominciano ad educarli; il primo insegnamento impartito dalla mamma è quello di lasciare il piccolo nido di paglia e di raggiungere il papà che li attende in fondo alla gabbia, il papà cinguetta dolcemente perché li chiama: “Biondina fai uscire gli uccellini uno alla volta perché devono imparare a volare”. Biondina li spinge fuori dal nido con il becco. All’inizio si fermano sulla soglia intimoriti, perché non sanno ancora volare, la mamma li spinge ancora una volta ed essi quasi precipitano giù; Il papà li imbecca con il cibo come fa la mamma. Essi restano ancora in fondo alla gabbia tremanti e impacciati. Uno alla volta vengono chiamati con brevi cinguettii dal loro papà che si trova sull’asticella in alto fra le sbarre: “Su miei piccoli, fate un salto salite sull’asticella”. Qualcuno ci riesce, qualche altro più debole precipita giù; ci vuole un po’ di tempo per volare; il padre e la madre continuano a imbeccarli perché non sanno ancora mangiare.
Quando tutti gli uccellini lasciano il nido, Maria lo pulisce svuotandolo dai residui della “sala parto”.
Toglie la parte impagliata e cementata con la cacca degli uccellini e la getta via perché emana un cattivo odore; inserisce fra le sbarre della gabbia il nido svuotato e pulito e mette tra le sbarre nuova paglia; così il papà e la mamma preparano un nuovo nido con la paglia pulita dove gli uccellini di sera andranno a dormire.
Sono passati altri quindici giorni e gli uccellini sono diventati grandi e autonomi; il papà e la mamma hanno continuato ad educarli con amore. Hanno insegnato loro a volare, a fare il bagnetto nell’acqua tiepida tutte le mattine; gli uccellini sono molto felici di lavarsi, si tuffano nell’acqua con le ali piumate, sguazzano nell’acqua gettando spruzzi d’acqua sul viso e sugli occhi. Gli uccellini sono animali molto puliti.
Passano altri quindici giorni; ora sono totalmente autonomi , con il becco raccolgono i semini e li aprono per cibarsi del frutto che è in essi , induriscono il becco mordendo le sbarre della gabbia, amano molto mangiare l’insalata e la mela oltre alla pastetta di uova; questa però deve essere ancora imbeccata dalla mamma che immerge tutto il suo becco in quello dell’uccellino.
Fra poco potranno lasciare la gabbia e il nido dove sono nati perché verranno accolti in un’altra casa e formeranno un altro nido!
La mamma, nel nido preparato dal suo compagno ha depositato altre cinque uova ed è accovacciata su di esse; fra quindici giorni vi sarà probabilmente una nuova nidiata mentre i sei uccellini ormai autonomi e adulti dovranno vivere per conto loro e formare una loro famiglia con amore!