Sabato 13 febbraio – Tutto con te è pazzia
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi». Luca 5,27-32.
Del peccato mi piace solo che sento la tua voce.
Che mi chiama.
Che mi chiami.
Lasciare tutto.
Una pazzia .
Seguire te.
Una pazzia.
Tu, santo, in casa mia.
Una pazzia.
Tu, seduto alla mia tavola.
Una pazzia.
Io che ti servo tutta la vita.
Una pazzia.
E tu che te ne cibi e disseti.
Una pazzia.
Tu che dici che sei venuto per me.
Una pazzia.
Tutto con te è pazzia.
L’amore è una pazzia.
Tu mi chiami e mi dici di seguirti.
Per portarmi a casa mia.
Tu mi doni la mia stessa vita.
E la abiti.
E la vivi.
Con me.
Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
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