ilsussidiario.net – Uccidere bambini disabili per risparmiare, è questa la “ragione” del filososfo Singer ?
“Questo non è un mondo che cambia ma che marcisce”. Stavolta non parto dalla notizia di cronaca ma dal commento che un lettore fa della notizia. Sono d’accordo. C’è puzza di marcio. Il giornalista definisce Singer un pensatore, un filosofo, un professore. Parole alte, professioni prestigiose, per un uomo che teorizza qualcosa che dice avvenire di già: uccidere bambini. Nel Vangelo si chiama strage degli innocenti, nella storia dei nostri giorni lager, gulag, Hitler, nazismo. Di solito diventa occasione di sdegno, ribellione, preghiera o raccolta fondi, non diventa una teoria economica. Ma purtroppo di questo stiamo parlando. Di un modo per ridurre la spesa pubblica che si chiama “uccidere i bambini.” Lui, per raccontare le bugie, la chiama in un modo molto più complicato, dice “terminazione consapevole e intenzionale della vita dei bambini gravemente disabili” ma davvero fa meno orrore detta così? Per favore non giochiamo con le parole. Davvero aggiungerne due fa di una strage, una soluzione economico finanziaria? “Se un bambino nasce con una massiccia emorragia cerebrale significa che resterà così gravemente disabile che in caso di sopravvivenza non sarà mai in grado nemmeno di riconoscere sua madre”. Ma la mamma, caro Singer, riconoscerà lui. Ogni santo giorno, ogni momento, ogni cambio di lenzuola, ogni carezza, la madre lo riconoscerà. L’identità di una persona si riconosce nel volto di chi la ama. Se sono amato esisto. Ce lo ricordiamo quando da bambini rompevamo un vaso e dicevamo, era già rotto? Ecco: mamma, però, si arrabbiava lo stesso e la punizione la prendevamo lo stesso. Perché neanche da bambino ti puoi nascondere dietro le bugie. Eppure un pensatore filosofo professore dice: è già rotto, negli Stati Uniti lo fanno già. Già li uccidono di nascosto perché non li nutrono, non li rianimano. E lui, in inglese, mette “it”, il neutro, come se fossero “una cosa”: ma non si deve cedere perché è una questione di rispetto della realtà, che è l’altro nome della verità. Negare la realtà è l’altro nome della menzogna. Uccidere bambini è un omicidio non è una soluzione economica. L’eutanasia non volontaria, come la chiama Singer, non è una linea di pensiero. Chi vuol violentare la realtà violenta le parole. Lasciamo stare l’eutanasia, che qui in ogni caso non c’entra niente perché manca il soggetto: visto che chi decide di togliere la vita è un altro rispetto a chi muore, quello si chiama omicidio e basta. Non ci sono giri di parole. Per favore ricominciamo a sdegnarci.
Tratto da ilsussidiario.net
Qui il link a Papaboys