Blog / Papa Francesco | 26 Aprile 2015

Papa Francesco – Omelia della S. Messa delle ordinazioni sacerdotali

Tenere “omelie che non siano noiose”, “non rifiutare mai il Battesimo” a chi lo chiede, “essere misericordiosi”, “piacere a Dio e non a se stessi”. Queste le raccomandazioni di Papa Francesco, celebrando in San Pietro la Santa Messa con il rito di ordinazione presbiterale per 19 diaconi, nella 52.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Tredici dei nuovi sacerdoti si sono formati nella diocesi di Roma e provengono dal Collegio diocesano missionario Redemptoris Mater, dal Pontificio Seminario romano maggiore e dal Seminario della Madonna del Divino Amore. Gli altri sei appartengono alla congregazione della Famiglia dei Discepoli, all’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali e uno è di rito siro malabarese, della diocesi indiana di Thamarassery. La maggior parte di loro eserciterà il ministero nella diocesi del Papa. Il servizio di Giada Aquilino:

Gesù, sommo sacerdote
“Configurati a Cristo sommo ed eterno sacerdote”, per essere “predicatori del Vangelo, pastori del popolo di Dio”, presiedendo “le azioni di culto, specialmente nella celebrazione del Sacrificio del Signore”. È l’immagine che Papa Francesco ha tracciato dei 19 presbiteri ordinati in Basilica Vaticana. Nell’‘omelia rituale’, prevista nell’edizione italiana del Pontificale romano, e nelle aggiunte personali, ha ricordato che Gesù “è il solo sommo sacerdote del Nuovo Testamento” ma che “in Lui” tutto il popolo di Dio è stato “costituito popolo sacerdotale”, il Pontefice ha sottolineato che, tra tutti i suoi discepoli, il Signore “vuole sceglierne alcuni perché, “esercitando pubblicamente nella Chiesa in suo nome l’ufficio sacerdotale a favore di tutti gli uomini, continuino la sua personale missione di maestro, sacerdote e pastore”.

E loro, i 19 ordinandi, chiamati per nome, hanno risposto:

“Byeon Michael Junsoo: eccomi!…”

Il Papa ha quindi confermato di scegliere “questi fratelli per l’ordine del presbiterato”.

“Il vescovo rischia – rischia! – e sceglie loro come il Padre ha rischiato per ognuno di noi”.

Omelie non noiose, arrivino al cuore
Agli ordinandi, Francesco ha spiegato che, “esercitando il ministero della sacra dottrina”, saranno “partecipi della missione” di Gesù, “unico maestro”, dispensando a tutti quella Parola di Dio”, ricevuta “con gioia”, leggendo e meditando “la Parola del Signore”:

“Che le vostre omelie non siano noiose; che le vostre omelie arrivino proprio al cuore della gente perché escono dal vostro cuore, perché quello che voi dite a loro è quello che voi avete nel cuore. Così si dà la Parola di Dio e così la vostra dottrina sarà gioia e sostegno ai fedeli di Cristo; il profumo della vostra vita sarà la testimonianza, perché l’esempio edifica, ma le parole senza esempio sono parole vuote, sono idee e non arrivano mai al cuore e addirittura fanno male: non fanno bene”.

Misericordia, perdono, Battesimo a chi lo chiede
I 19 nuovi sacerdoti continueranno “l’opera santificatrice” del Signore; la Messa, ha sottolineato, “non è un rituale artificiale”: l’invito è stato a “non farlo di fretta”, a imitare ciò che si celebra, “partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore”, portando la morte di Cristo nelle membra e camminando “con Lui in novità di vita”.

“Con il Battesimo aggregherete nuovi fedeli al Popolo di Dio. Non rifiutare mai il Battesimo a chi lo chieda! Con il Sacramento della Penitenza rimetterete i peccati nel nome di Cristo e della Chiesa. E io, in nome di Gesù Cristo, il Signore, e della sua Sposa, la Santa Chiesa, vi chiedo di non stancarvi di essere misericordiosi. Nel confessionale voi sarete per perdonare, non per condannare! Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare”.

Piacere a Dio, non fare i ‘pavoni’
Quindi, “con l’olio santo” i nuovi sacerdoti daranno sollievo agli infermi e, celebrando “i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica”, si faranno “voce del Popolo di Dio e dell’umanità intera”. L’esortazione del Papa è stata dunque a esercitare “in letizia e in carità sincera” l’opera sacerdotale di Cristo, “unicamente intenti a piacere a Dio” e non a se stessi:

“E’ brutto un sacerdote che vive per piacere a se stesso, che ‘a il pavone’”!

Servire gli altri
L’impegno, ha proseguito, dev’essere a “unire i fedeli in un’unica famiglia”, ad essere “ministri dell’unità nella Chiesa, nella famiglia”, per condurre a Dio Padre “per mezzo di Cristo nello Spirito Santo”:

“Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire; non per rimanere nelle sue comodità, ma per uscire e cercare e salvare ciò che era perduto”.

Gli ordinandi – ancor prima di vestire la stola e la casula, avere il palmo delle mani unto dal sacro crisma, ricevere il pane e il vino preparati per le celebrazioni – hanno risposto:

“Sì, lo voglio”.