Blog / Sandokan | 16 Aprile 2015

Le Lettere di Sandokan – Glossario su omosessualità & dintorni

Dal momento che quando si parla di omosessualità e dintorni spesso mancano “le parole per dirlo”, ho chiesto a Sandokan di trarre dal nostro blog – discussioni, commenti – un piccolo prontuario terminologico che possa servire per iniziare a parlarci capendoci. Naturalmente questo è un primo tentativo che deve essere perfezionato con il contributo di tutti. L’obiettivo è che quando si parla di questi argomenti si arrivi non essere a d’accordo ma a intendersi a proposito di cosa si sta dicendo. Grazie a tutti e in particolare a Sandokan.  

IL SESSO BIOLOGICO

Il sesso biologico è determinato nei mammiferi al momento della fecondazione quando da due gameti maschili e femminili viene prodotto lo zigote ossia una cellula che ha 46 cromosomi nel suo nucleo: 22 coppie di autosomi e 1 coppia di eterosomi, la cosiddetta coppia XX per le femmine e la coppia XY per i maschi).

Se la determinazione sessuale avviene con la fecondazione, la caratterizzazione sessuale avviene nel tempo. Si distinguono:

Caratteri sessuali primari sono quelli relativi all’apparato genitale: gonadi (testicoli, ovaie) e gonodotti, ossia i condotti attraverso cui giungono all’esterno i gameti e che hanno denominazione diversa nel maschio (dotto deferente) e nella femmina (ovidotto).

Caratteri sesssuali secondari che nell’uomo iniziano a comparire durante la pubertà in seguito alla stimolazione ormonale, differenziano ulteriormente il corpo di maschi e femmine, oltre l’apparato genitale. I caratteri maschili sono per esempio: la crescita dei peli e della barba, l’allargamento delle spalle e il rafforzarsi dei muscoli, l’ingrandimento del pene, dei testicoli e della prostata. I caratteri femminili sono per esempio: la crescita dei peli sul pube, la crescita del seno, l’allargamento del bacino, e l’inizio delle mestruazioni.

L’OMOSESSUALITA’: LESBICHE E GAY

L’omosessualità è la condizione di una persona che è attratta sessualmente da persone del suo stesso sesso. Nell’omosessuale non c’è desiderio di cambiamento di sesso.

 

LA BISESSUALITA’

La bisessualità è la condizione di una persona che è attratta sessualmente sia da persone del suo stesso sesso, sia da persone del sesso opposto. Nel bisessuale non c’è desiderio di cambiamento di sesso.

 

LA TRANSESSUALITA’

La transessualità è la condizione di una persona che “sente” che i caratteri sessuali del suo corpo non rappresentino la percezione che egli ha di sé. Nel transessuale c’è il desiderio del cambiamento di sesso (dei caratteri sessuali, perché non si può cambiare il corredo cromosomico).La transessualità è inquadrata in psichiatria come disturbo dell’identità di genere.

I transessuali, sebbene molti rifiutino l’inquadramento psichiatrico della loro condizione, in Italia (non so in altri paesi cosa avvenga) devono avere una certificazione psichiatrica di “disturbo dell’identità di genere” per avviare il persorso di transizione da un sesso all’altro. In assenza di tale certificazione l’endocrinologo non può prescrivere una terapia ormonale al transessuale.

Dopo il trattamento ormonale, gli interventi chirurgici di conversione sessuale (penectomia, orchiectomia, vaginoplastica, mastectomia, istero-annesectomia, falloplastica o metoidioplastica) devono essere autorizzati dal Tribunale. Con sentenza positiva tali interventi sono a carico del SSN.

Effettuati gli interventi, la persona transessuale deve nuovamente rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento di stato anagrafico. Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessuale da donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto di sposarsi ed adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo a donna.

I DISCORSI SUL GENERE

Mentre i termini MASCHIO e FEMMINA sono riferiti al SESSO BIOLOGICO, i termini UOMO e DONNA vengono classificati come stereotipi di genere ossia come prodotti culturali.

Poiché la persona è più del suo sesso biologico, inquadrarla in due categorie culturali quali si considerano quelle di “uomo” e di “donna” viene vista come una forzatura che obbliga a comportamenti di ruolo e genera discriminazioni nei confronti di chi non è classificabile nello schema uomo/donna della cultura in cui si vive (ma non nel sesso maschio/femmina, perché tutti siamo o maschio o femmina, non è uno schema il sesso biologico).

Riferiamoci, tanto per fare un esempio, alla persona X di sesso maschile.

La persona X è maschio (ha un sesso biologico) ed è X (ossia è un essere unico, diverso da qualunque altro essere che esiste al mondo, unico e irripetibile).

Assegnare a X il genere “uomo” viene visto come uno stereotipo culturale (della cultura in X vive oggi) che obbliga socialmente X a fare certe cose (a vestire in un certo modo, ad avere certi interessi, …) e a non farne altre semplicemente perché “uomo” (ossia per il fatto che assegnandomi la parola “uomo” la mia cultura mi carica di attese sue e non mie).

Fermo restando, lo ribadisco ancora, che i sessi biologici sono due, a mio parere, dire che è sbagliato rinchiudere culturalmente l’umanità in due generi (intesi nel senso che si è appena spiegato) non può non avere come conseguenza che è altrettanto sbagliato rinchiudere culturalmente l’umanità in 40 o in 400 generi. Forzando i concetti si arriverà a concludere che esistono tanti generi quante sono le persone a questo mondo.

Non è il “genere” (cioè la cultura) a definire che uso devo fare del mio corpo, ma sono io. Ciò non significa che tutte le scelte siano moralmente indifferenti, significa soltanto che ho desiderio siano sempre più mie.