Il diario di Sandokan – Buon Natale!
Tutto qui, direte voi? Beh, lo so, vi aspettavate un pochino di più, so fare di meglio quando sono tranquillo, ma quando sono nervoso, divento essenziale. E stamattina sono nervoso. E quindi vi avviso, non auguratemi un “Santo Natale” che mi altero ancora di più. Innanzitutto perché il correttore ortografico di Word lo considera un errore di grammatica (secondo lui sarebbe meglio “san Natale”, pensate un po’). E poi se al mio “Buon Natale” uno mi risponde con un “Santo Natale” mi sento come se mi stesse facendo un cazziatone. E non è natalizio fare cazziatoni, specialmente a Natale.
Perché, direte voi, essere nervosi a Natale è natalizio? Sicuro che lo è. Se uno non può essere nervoso neanche a Natale, allora si finisce col credere che è proprio vero che il mondo è solo una valle di lacrime.
Vabbé, vi racconto che cosa è successo: stanotte le zanzare non ci hanno fatto dormire.
Lady Marian ha provato a tenerle lontane con gli ultrasuoni – alcuni dei quali in realtà erano perfettamente udibili all’orecchio umano – ma il tentativo è fallito e stamattina si è alzata dichiarando di non aver chiuso occhio.
Un uomo che può fare davanti al lamento della sua donna? Cerca di venirle in aiuto, di soccorrerla, di non restare indifferente. O almeno di vendicare il torto che ha subito. Così ho fatto io. Mi sono precipitato in cucina, ho afferrato il catalogo della Tupperware, che è un’arma fantastica contro le zanzare, e ne ho fatte fuori sei in due minuti. Non voglio fare lo sbruffone con voi, non erano certo zanzare tigre, ma mi sono sentito lo stesso come un eroe omerico, come Diomede dopo una battaglia. Ero fiero di me.
Ho chiamato lady Marian, che stava preparando la colazione in cucina, per mostrarle i segni della battaglia. Sapete che cosa mi ha detto appena giunta sulla spiaggia di Troia? “Hai sporcato tutto il muro! Adesso prendi la scala, uno straccio e pulisci”. Quindi ha aggiunto: “Mi hai pure rovinato il catalogo della Tupperware, me l’aveva lasciato la signora Lucia e glielo devo restituire. Non potevi usare la Gazzetta dello Sport per schiacciare le zanzare?”.
Ora io non so se Diomede si sia mai trovato in una situazione del genere. Non mi pare che Omero racconti di cazziatoni da lui ricevuti per il fatto che aveva lasciato tutto sporco dopo una battaglia. Un eroe, si sa, un pochino sporca. Bisogna farsene una ragione. Una non può sposarsi con Diomede per poi fargli pulire le piastrelle con la vaporella. Sarebbe come usare il Bimby per lessare le carote.
Ho provato a giustificarmi con le mie solite spiritosaggini irritanti, facendo presente che io le zanzare le spiaccico al muro, non sono capace di indurle al suicidio facendo loro un discorso (era una frecciatina rivolta a lei questa, ma ha fatto finta di non capire). Purtroppo le mie parole non sono servite a nulla. E’ tornata in cucina lasciandomi da solo in camera da letto: in mutande, con schizzi di sangue sul muro, con il catalogo della Tupperware in mano e con lo sguardo perso nel vuoto.
Un uomo che può fare davanti al lamento della sua donna? Preleva i campioni di sangue spiaccicato e li porta in laboratorio, per dimostrare che anche lei aveva contribuito a sporcare il muro. Tenta di salvare il salvabile. Questo ho deciso di fare. Mi sono vestito, mi sono precipitato fuori col campione di sangue da far analizzare, ma ho trovato tutto chiuso: è’ Natale. Minchia. Sono rovinato. Neanche in frigo posso conservare il reperto alfa a mia parziale discolpa: è pieno di gamberetti, calamari, cozze, spigole … non ci entra uno spillo. E’ sempre Natale.
E allora che fare? Diomede rimane un eroe anche di fronte a una sconfitta. E’ capace di guardare ciò che lo ha ferito per risorgere e affrontare nuove sfide. Sono tornato a casa, ho pulito il muro, ho pulito il catalogo della Tupperware, mi sono seduto sul divano e ho cominciato a sfogliarlo. Ma lo sapevate voi che la Tupperware fa anche i sottobicchieri con le stelle di Natale? E’ una edizione speciale del catalogo, natalizia. E’ come se il catalogo urlasse “Buon Natale” in ogni pagina.
E allora buon Natale, a voi e ai vostri cari, a quelli di cui avete cura e a quelli che hanno cura di voi. Da parte mia, di mia moglie, di Jane, di Tarzan e della Tupperware. E grazie.