
Il diario di Sandokan – Educare è difficile
“Il diario di Sandokan” era una sorta di rubrica molta letta nei primi tempi del blog. L’ultimo post è del 1 novembre 2012. Ora riprende non si sa con quale continuità e profondità… :)
Jane è venuta su un po’ così … come dire … destrutturata. Ecco, è destrutturata.
Sarà un bene? Non lo so. So solo che è così per colpa mia. Almeno così dice lady Marian: “se mi avessi dato retta, se l’avessi educata meglio, non avremmo Tarzan per casa, ma il figlio della signora Amalia, che è tanto bravo e rispettoso: lo sai che è andato a studiare il sistema fiscale cinese a Tientsin? Me l’ha detto sua madre”.
No. Non lo sapevo. Non so nemmeno dove sia Tientsin di preciso. Del sistema fiscale cinese non me ne frega niente e cerco anche di evitare la signora Amalia, se posso. Ma non sempre posso. Sta nel nostro stesso pianerottolo.
So soltanto che noi abbiamo Tarzan, che è stato allevato dalle scimmie in una foresta africana e che ora è venuto a studiare le meraviglie della civiltà a casa mia. Certe volte mi imbarazza un po’ stare con lui, ma non per i suoi modi. E’ che mi guarda come io guardo il Colosseo. Ho come l’impressione che voglia vantarsi di me, come io mi vanto del Colosseo quando scambio due parole con qualche turista straniero. Come se il Colosseo l’avessi fatto io. Secondo me spera che anch’io faccia parte delle meraviglie della mia civiltà, per darsi un po’ di arie con gli amici. Capite che razza di pressione mi mette addosso?
Tarzan ce l’ha portato Jane dopo un safari in Kenia.
“Ma, dico, ti pare normale che una torna dal safari con il fidanzato? E’ … indecente. Ecco, è indecente”. Non so dirvi se sia indecente, ma Lady Marian non ha tutti i torti, bisogna ammetterlo. Non si è ancora abituata. E’ preoccupata per il futuro di Jane, è comprensibile. E’ preoccupata soprattutto la sera. Ma al mattino è diversa. E’ più facile amare Tarzan, al mattino: è così desideroso di alzarsi dal letto. Sembra che abbia sempre qualcosa di importante da fare.
La verità è che uno non sa mai come educare i figli. Bisogna farne degli uomini, lo so. Ma è un obiettivo piuttosto vago. Ci sono idee talmente differenti in giro.
Per molti che conosco, per esempio, una donna, per definirsi tale, dovrebbe quantomeno appartenere all’insieme delle potenziali fidanzate del figlio della signora Amalia, che è andato a studiare il sistema fiscale cinese a Tientsin. Altri invece pensano che sia più utile allevare donne che vadano, un giorno, a Tientsin a studiare il sistema fiscale cinese da sole, in autonomia.
Con Jane ho adottato un metodo educativo figlio delle mie incertezze. Facevo così: definivo assieme a lei un obiettivo pratico … tipo il figlio della signora Amalia (che è un bel ragazzo, altroché, anche se ha un po’ la bocca molle, tipo Alex Britti). La sostenevo nel suo percorso di avvicinamento all’obiettivo, fino a quando non arrivava a un passo dall’afferrarlo. Quando percepivo che lei s’era convinta che non avrebbe potuto vivere senza il figlio della signora Amalia, cominciavo a parlarle bene del figlio della signora Pina.
Questo ha creato un po’ di confusione in Jane, di questo lady Marian mi rimprovera. Uno si confonde se gli levi continuamente gli obiettivi dall’orizzonte. D’altra parte io non ho idea di quali siano gli obiettivi della vita di Jane, non posso mica fare finta di sapere cosa la renderà felice. Così facendo però ci siamo messi in casa Tarzan. E chi se l’aspettava? Neanche Jane, sono sicuro.
Quindi l’unico consiglio che posso darvi è questo: se non volete correre il rischio di ritrovarvi con Tarzan per casa, ignorate le cose che vi ho detto e date retta a vostra moglie. Che vi darà ragione un giorno, se le cose andranno come lei vuole che vadano.