Blog / Una donna nel Vangelo | 14 Settembre 2014

14 settembre – Non si può amare senza morire

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gv 3, 13-17

In ogni frase la parola Figlio.
Figlio disceso.
Figlio innalzato.
Figlio unigenito.
Figlio mandato.
Il mio Dio soffre.
Soffre perché il figlio va a soffrire, a morire.
Soffre perché è innalzato.
Il mio Dio ama.
Ama e viene.
Ama e muore.
Ama e vive.
Ama e salva.
Ho provato ad amare senza donare.
Senza morire.
Impossibile.
Ogni amore è vita, è salvezza. Sempre.

Questo commento del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).