Articoli / Blog | 11 Agosto 2024

Blog – La lezione di Tamberi che Sinner converrebbe imparasse

Alle Olimpiadi di Parigi Gimbo Tamberi e Jannik Sinner hanno avuto un percorso simile: entrambi, per motivi fisici, non hanno potuto raccogliere tutto quello che avevano seminato. Tamberi è stato colpito dalle coliche renali, Sinner dalla tonsillite. Però escono da questi avvenimenti in maniera profondamente diversa: Tamberi è amato dalla gente ancor più di prima, Sinner invece ha un’immagine un po’ appannata. Qualcuno addirittura ha insinuato che non avesse fatto tutto il possibile per gareggiare. Questo risultato, totalmente ingiustificato dalla realtà delle cose, è dovuto a una cattiva comunicazione da parte di Sinner e del suo staff.

Mentre Gimbo, umanamente agli antipodi di Jannik, si è trovato a raccontare le sue coliche renali minuto per minuto con tanto di interviste e foto, il nostro migliore tennista qualche giorno prima della partenza per i Giochi ha semplicemente fatto un post su Instagram in cui raccontava dei suoi problemi di salute. Poi, quando, all’inizio del torneo di Montreal, un giornalista è giustamente tornato sul forfait olimpico è sbottato dicendo: “È onestamente una domanda a cui non vorrei neanche dover rispondere. Credo che soltanto io e il mio team sappiamo veramente come mi sono sentito: da fuori è una cosa, da dentro è un’altra. Non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto”. Queste affermazioni sono sbagliate. Il dovere di essere attenti alla comunicazione esiste proprio perché senza di essa non è possibile capire “da fuori” come ci si sente “da dentro”. Quanti matrimoni saltano per questo motivo? Quanti rapporti di lavoro, di amicizia o di affetto?

Come ha fatto per altri aspetti del suo lavoro, auguro a Jannik di trovare qualcuno, bravo, che lo aiuti a comunicare. Nella conferenza stampa successiva alla sua eliminazione di Montreal per mano di Rublev ha di nuovo avuto un tono infastidito. È successo quando ha sottolineato che forse non ci si ricorda a dovere della grande annata che sta facendo. Basta andare sul web per rendersi conto di quanto sia falsa questa affermazione. La comunicazione non è questione di immagine o di social. La comunicazione è comunione, cioè amore. Probabilmente da sempre – ma certamente nel mondo d’oggi – non basta “essere sé stessi” per arrivare correttamente al prossimo. A volte chi non ci capisce vorrebbe farlo ma non può perché noi non ci prendiamo il tempo di fare lo sforzo per andargli incontro. Oltretutto in certi casi non è così faticoso. Basterebbe fare qualche intervista in italiano in più

I commenti sono chiusi.