Blog – Con il suo ritiro, Sinner regala rispetto a se stesso e a tutti noi
Quando un campione compie un gesto che lo fa essere tale al di fuori dello sport che pratica diventa una persona che ha qualcosa da dire a tutti. È quanto avvenuto a Jannik Sinner con la sua scelta di ritirarsi dall’ATP Parigi Bercy 2023.
Aveva battuto lo statunitense Mackenzie McDonald in una partita iniziata alle 0.20 e finita alle 2.37 con conseguente rientro in albergo alle 5 del mattino. Avrebbe dovuto giocare contro l’australiano De Minaur alle 17 del pomeriggio, ovvero meno di dodici ore dopo, ma ha detto no. «Sono dispiaciuto di annunciare che mi ritiro della partita di oggi a Bercy – ha scritto – Ho finito il match quando erano quasi le 3 del mattino e sono andato a letto solo qualche ora più tardi. Avevo meno di 12 ore per riposarmi e preparare la prossima partita. Devo prendere la decisione giusta per la mia salute e il mio corpo. Le settimane a venire con le ATP Finals in casa e la Coppa Davis saranno importantissime, ora mi concentro sulla preparazione di questi importanti eventi. Ci vediamo a Torino! Forza!».
Sono parole semplici da leggere ma rivoluzionarie nel messaggio, come i suoi colpi sul campo da tennis sono facili da guardare dal divano di casa ma dirompenti per i suoi avversari. Jannik dice di dovere rispetto verso se stesso e verso il proprio corpo e queste parole sollevano il coperchio di un mondo, quello del tennis, che sfrutta i propri lavoratori in maniera indegna. Ma non è solo il tennis. È, spesso, l’intero mondo dello sport professionistico e, a maggior ragione, quello del lavoro professionale. Non voglio caricare le spalle del nostro giovane tennista di un peso che dovrebbero portare quegli enti che si sono dati il fine di proteggere i lavoratori ma è doveroso sottolineare il merito di un gesto il cui significato va oltre la partita di tennis.
Un giovanissimo italiano con la schiena dritta, di questi tempi ci voleva proprio.