METRO – La guerra e le nostre famiglie generose
Tra tante cose terribili, la guerra in Ucraina ha messo in luce una bellissima realtà: la solidarietà di cui sono capaci gli italiani. Si sta vedendo diffusa un po’ ovunque una generosità che non dà peso alla difficilissima congiuntura economica e sociale che stiamo attraversando. Stiamo provenendo da due anni di pandemia e, nonostante ciò, siamo ancora persone capaci di tendere una mano, sappiamo accogliere, stare a fianco di donne e bambini che scappano proprio nel momento del loro bisogno. In coloro che fuggono dalla guerra, nelle vittime di un’invasione straniera, vediamo la storia dei nostri nonni, le vite dei nostri vecchi. Siamo italiani e, anche se facciamo di tutto per nasconderlo, siamo persone di cultura. La Magna Grecia e l’antica Roma scorrono nel nostro sangue. Quando accogliamo madri, padri, in loro vediamo ripetersi, magari inconsapevolmente, la storia di Enea che fugge col padre Anchise in spalle e con il piccolo Ascanio per mano. Scappa dalla guerra, cerca una nuova patria e la trova qui. L’Italia è anche geograficamente un porto e noi, con il nostro spirito dei accoglienza, stiamo ancora dimostrando di non essere solo un luogo di passaggio dove sbarcare ma anche uno spazio che cerca di includere, di inserite nella vita quotidiana. Le famiglie che hanno deciso di essere disponibili ad accogliere gli esuli ucraini sono la migliore risposta possibile alla guerra. La pace non si impone e non si subisce. Si costruisce assieme.