METRO – Il branco e quei giovani “maschi alfa”
Giovani allo sbando non trovano di meglio che violentare e molestare giovani donne. Succede a Capodanno a Milano in piazza Duomo, e non solo. Erano giovani sia italiani che stranieri. Erano persino minorenni. Soprattutto erano, e sono, ragazzi senza obiettivi: usciti la sera senza uno scopo preciso se non quello di trasgredire le regole, di sballare, di fare danno. Pare una strada senza ritorno che, per essere arginata, ha bisogno dell’intervento delle forze di polizia: come fortunatamente sta avvenendo. Questa volontà diabolica di imporre il proprio io a tutti i costi, di “realizzarsi”, di sentirsi forti, di vivere un “no” perenne verso tutto e verso tutti, ha animato una violenza cieca, senza scopo, senza direzione che, in quanto tale, mi spaventa più della crudele pianificazione di un delitto.
Parlo di ragazzi che non conoscono il rispetto, cioè la forma più elementare dell’amore, neppure verso se stessi. E il tutto avviene in piazza: a controfirmare un delirio di arroganza, di sicumera, di impunità. Chiediamoci cosa abbia permesso a dei giovani di crescere pensando di essere immuni ad ogni conseguenza per le loro azioni al punto di aver la certezza di poter esibire, senza ripercussioni, la loro violenza. Ragazzi, anzi, che paiono essere convinti che proprio usare violenza verso gli altri li metta su un piedestallo capace di affermarli come “maschi alfa”.