METRO – Il Green pass e la visibilità dei social
Ieri il capo dello Stato ha detto che “La ricerca e i vaccini ci hanno ridato spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite”. È stato spinto a questa affermazione da una sorta di isteria collettiva contro il green pass che ha preso gli italiani. Anche se i numeri delle piazze sono conosciuti non è facile dire quanti siano in realtà i “no green pass”. Per effettuare un calcolo corretto non bisogna dimenticare che i social danno grande visibilità alle minoranze. Prima di essi, se 15.000 persone sparse per il Paese fossero state contro il vaccino, nessuno se ne sarebbe accorto: ora questi 15.000 possono trovarsi, parlarsi, incontrarsi. È, in assoluto, una cosa bella: ma non bisogna dimenticare che la moderna tecnologia dà loro la massima visibilità. Lo dico solo per sottolineare che i confini del fenomeno non sono per nulla chiari. Ribadito ciò è necessario aggiungere che essere contro il green pass non è essere “contro il vaccino” né tantomeno essere “contro i vaccini” in generale. Molti di quelli che non accettano il green pass sono contro il metodo scelto: avrebbero preferito che la decisione compiuta dal governo fosse più esplicitamente obbligatoria. In caso contrario, si dice, sarebbe stato meglio lasciare che le persone arrivassero da sole, con la loro testa, a convincersi della necessità di vaccinarsi contro il Covid. E in questa posizione non ravviso solo torti.
Tratto da METRO