Articoli / Blog | 24 Ottobre 2021

Blog – Voti agli insegnanti? No, aiutiamoli davvero

Dare voti agli insegnanti, valutare l’educazione, dare le pagelle ai docenti. Se ne parla da diversi anni e forse, ora che il ministro Patrizio Bianchi pare pensarci, saranno contenti quelli che parlano di “tre mesi di vacanza” per insegnanti e docenti nullafacenti o quasi. La verità è che una “valutazione stroncatura” stricto sensu dell’insegnante non è possibile perché l’insegnamente non è un processo produttivo ma una relazione e i risultati di tale rapporto, soprattutto se buoni, si vedranno ad anni di distanza. Tutti noi abbiamo ricordi indelebili di docenti che ci hanno segnato in positivo: ma ce ne siamo accorti tanto tempo dopo.
Per i pochissimi casi di persone inadeguate, che sono comunque marginali in un mondo complessivamente davvero dedito al proprio lavoro, ci sono già le norme di legge e contrattuali con tanto di (pesantissimi) risvolti legali e disciplinari in caso di inadepenzienza. Piuttosto la legge 107 parlava di formazione strutturale e continua e quella sì andrebbe rafforzata. I docenti hanno bisogno di formazione come tutti i lavoratori e forse più. Questa sarebbe la strada per aiutarli invece di dare loro voti.
Sarebbe bello ci fossero master promossi dal ministero con un contributo minimo dei docenti con tanto di esame finale e di valutazione del corsista. Servirebbero quelli disciplinari, sull’uso di nuove tecnologie o sui bisogni educativi speciali. Ci sarebbe bisogno, poi, di un continuo supporto psicologico. Quello degli insegnanti è uno dei lavori più esposti a burnout e il monitoraggio professionale sulle condizioni e situazioni di stress e un intervento immediato nei casi di emergenza o disagio. Un’altra possibilità di reale promozione della professione docente sarebbe quello di distaccare dall’insegnamento frontale i docenti dai 60 anni in su e far fare loro i tutor dei docenti più giovani: non in modo estemporanei ma almeno per un intero anno scolastico. I docenti più anziani ed esperti non vivrebbe più la fatica di un gap generazionale con gli alunni che con il passare degli anni diventa insostenibile per diventare invece un tesoro di esperienza per gli insegnanti operativi oltre che un aiuto per la gestione sempre più complesso delle classi. Sono solo consigli e proposte costruttivi che mi derivano dal conoscere un po’ il mondo della scuola. Sarebbero meno d’effetto rispetto a un brutto voto che sa tanto di vendetta ma forse sarebbero provvedimenti efficaci

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