Articoli / Blog | 14 Ottobre 2021

Blog – Albino Luciani, il Papa che si faceva confutare dai bambini

Per quelle piccole coincidenze della vita, ho avuto la fortuna di essere presente alla prima udienza di Giovanni Paolo I, il Papa dei “33 giorni” che verrà presto beatificato.
Trascorsi l’agosto del 1978 a Roma e così potei essere presente ai funerali di San Paolo VI, morto il 6 di quel mese, e all’annuncio dell’elezione di Albino Luciani, che avvenne quel medesimo 26 agosto.

L’attività alla quale partecipavo terminava ai primi di settembre e così potei andare alla prima Udienza generale, che si tenne il 6 settembre. Sebbene il suo pontificato durò pochissimo, fece capire che, tra tante altre cose, sarebbe stato necessario dare alla figura del pontefice una dimensione più vicina alla gente. Era la strada, già intrapresa da Paolo VI e Giovanni XXIII, che poi venne potentemente fatta propria da Giovanni Paolo II.
Il fatto sorprendente fu la decisione repentina di chiamare a sé un bambino, un chierichetto, a dialogare con lui. La decisione era stata improvvisa e lo svolgimento, come spesso accade coi bambini, non avvenne secondo i canoni previsti. Il Papa, come un qualsiasi buon sacerdote, fece delle domande al bambino aspettandosi quella risposta ovvia che gli avrebbe consentito di proseguire il discorso secondo le sue aspettative. Ma non andò così.

“Mi dicono – disse – che qua ci sono i chierichetti di Malta. Venga uno, per favore… I chierichetti di Malta, che, per un mese, hanno fatto servizio in San Pietro. Allora, tu come ti chiami? – James! – James. E, senti, sei mai stato ammalato, tu? – No. – Ah, mai? – No. – Mai stato ammalato? – No. – Neanche una febbre? – No. – Oh, che fortunato!”.

Il bambino, forse emozionato, disse di non essersi mai ammalato in vita sua, e il Papa, per nulla adombrato, scherzò sul fatto e andò avanti senza risentirsi.
Sembra poco ma fu una rivoluzione. Tutti capimmo che, con l’elezione di don Albino, Dio voleva non solo essere più vicino agli uomini, ma anche sembrarlo.

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