METRO – Sessualità “liquida”, genitori e figli
Se diamo alla parola sesso il significato giusto, quello ampio che ha le proprie radici in una relazione pienamente umana, comprendiamo quanto sia fondamentale che la sessualità venga affrontata presto e bene in famiglia. Ciò è tanto più urgente in epoca di sessualità liquida e genderless.
Sessant’anni fa molti genitori parlavano di sesso in casa solo quando l’iniziativa partiva dai figli. Era un procedimento ragionevole perché la tematica sessuale era praticamente assente da giornali, spettacoli, comportamenti interpersonali. Oggi, in una società altamente erotizzata come la nostra, questo atteggiamento sarebbe folle. Non parlare in casa di qualcosa di cui tutti parlano e che è assolutamente accessibile sugli smartphone, significa dire ai figli che in quella famiglia il sesso è un tabù. Non è aspettare il momento giusto ma è dire con il silenzio che un’importantissima area della vita, dei comportamenti, della fisicità, dell’affettività, è proibita ed esclusa dalla vita relazionale familiare. Invece dovrebbe essere tutto il contrario. È nella famiglia dove si genera quella relazione di affetto in grado di integrare emozioni, corpo e mente valorizzando tutte le componenti che andranno a definire l’identità sessuale e personale di ciascuno di noi.
Sarebbe un delitto gravissimo permettere che, per un falso di pudore, vengano veicolati attraverso il passaparola informatico elementi fondamentali del nostro vivere. I genitori devono riappropriarsi del loro ruolo fin dalla più tenera età dei loro figli. Oggi, una corretta educazione sessuale è assolutamente necessaria per promuovere ed integrare la dignità della persona umana.