Blog – Non esce di casa da 15 perché i condomini non vogliono installare l’ascensore
Borgo Panigale, zona ponente di Bologna. Emo, un anziano disabile di 83 anni, non riesce a uscire di casa da 15 anni: sono tre rampe di scale ma per lui sono troppe. Non ha potuto neppure andare al cimitero a portare i fiori alle due sorelle morte a causa del Covid.
Prima dell’ictus, ironia della sorte, era un carpentiere meccanico che installava gru. Poi, l’ictus che lo ha bloccato su una sedia a rotelle. I condomini in teoria si erano detti favorevoli ma nei fatti hanno detto di no perché 100.000 euro erano troppi. Ora, grazie al Superbonus, tutta l’operazione sarebbe gratuita ma i condomini sono di nuovo contrari. E così sono ormai 15 anni che Emo non riesce a convincere gli altri condomini del palazzo a costruire quell’ascensore che gli permetterebbe di uscire.
Sembra di leggere una versione moderna del Gobbo di Notre Dame: come nella storia, il mostro vero non è la persona disabile ma l’indifferenza della gente. Non li conosciamo: in ogni caso, come spesso ci capita, presi da mille incombenze e preoccupazioni, non vedono le necessità vitali del prossimo, del loro vicino di casa. La malvagità in effetti etimologicamente è questo: un “mal vedere”, un veder male, un perdere di vista. Vedere come primari gli impedimenti statici, economici, burocratici che andrebbero risolti, e non vedere il bisogno di sentirsi vivo di un uomo costretto in carrozzina, è “vedere male”.
«Mio padre – dice la figlia Elisa di 47 anni – non può uscire solo per le visite mediche, prelevato dalla pubblica assistenza in ambulanza. Deve poter uscire anche solo spinto da noi in carrozzina». Il risultato è che l’anziano signore, invece che gridare all’ingiustizia, pensa di valere poco. «Evidentemente valgo troppo poco» ha detto al giornalista del Corriere della Sera che ha divulgato la notizia.
Con l’arrivo del Covid, avevamo cominciato a ripetere il refrain “andrà tutto bene” sottintendendo che saremmo diventati tutti un po’ migliori, più empatici. E invece ci accorgiamo che ancora tanti, troppi, vivono una specie di letargo dei sentimenti che fa male a loro e a tutti. Speriamo che la situazione cambi. Speriamo che, grazie al cuore mutato dei condomini, il signor Emo possa portare presto il suo fiore alle sorelle.