Blog – I rigori degli europei dimostrano che l’esperienza conta più del talento
L’esperienza conta. A volte è addirittura più importante del talento.
È ciò di cui si stanno convincendo gli inglesi a proposito della finale persa ai rigori contro di noi.
Facendo due calcoli si è scoperto che nelle quattro serie di rigori di Euro 2020 – due delle quali coinvolgevano l’Italia – solo il 12,5% dei calciatori under 23 ha segnato dal dischetto. Ovvero, chi si è presentato al dischetto con meno di 23 anni ha sbagliato 7 volte su 8: ricordiamoci tra tutti del francese Mbappe, 22 anni, che con il suo errore ha provocato l’eliminazione della Francia contro la Svizzera. Esiste anche la conferma del contrario. Sempre con riferimento a questi mondiali, dei calciatori con più di 30 anni solo 1 su 8 ha sbagliato, con una percentuale di successo dell’87,5%.
Aggiungerei che essere persone d’esperienza giova grandemente anche in termini di buon senso. Southgate, il ct dell’Inghilterra, ha stilato la sua lista di rigoristi in base ad un algoritmo, cioè calcoli complicatissimi che tengono conto di milioni di elementi. In base ad essi il rigore decisivo, quello sventato da Donnarumma, è stato affidato a Bukayo Saka: un diciannovenne che non ha mai tirato nella sua carriera da professionista un solo rigore. Avete letto bene: Saka, l’esterno dell’Arsenal, nel corso della sua carriera da professionista prima di Euro 2020 non aveva mai calciato un rigore. E credo che il nostro Roberto Mancini un errore così marchiano non lo avrebbe mai commesso