
Blog – La pastasciutta di Bonucci
Rimbalza ovunque la foto di Leonardo Bonucci che, assieme al compagno di squadra Giorgio Chiellini, è intento a mangiare un piatto di spaghetti con la didascalia che riprende la presa in giro di domenica scorsa. È l’eco dello sfottò lanciato dallo stesso Bonucci a finale finita verso gli inglesi: “Ne dovete mangiare ancora pastasciutta”.
L’espressione “ne devi ancora mangiare di pastasciutta” sta per “ne hai ancora di strada da fare”, “ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti”.
Ma volete mettere la differenza tra dire “tra te e me c’è ancora una grossa differenza in termini di esperienza” o far riferimento a quella che da sempre è stata una presa in giro sul nostro difetto nazionale intendendo che quel vizio in realtà è una virtù, una forza, una spinta in più, come se la pasta di grano duro fossero diventati d’incanto gli spinaci di Braccio di Ferro.
Mentre Vialli diceva “quando si vince bisogna sempre ricordarsi che nell’altro spogliatoio c’è qualcuno che piange” Leonardo Bonucci ancora una settimana dopo si ricorda della pastasciutta.
Al di là delle battute, la scelta dello sfottò di Bonucci è quanto mai felice perché la pasta è per antonomasia il simbolo dell’identità italiana. La pasta non indica solo la cucina italiana ma la nostra stessa essenza. Noi diciamo “dimmi di che pasta è fatto il tuo amore” e intendiamo l’essenza, l’anima, ciò che ci caratterizza e che non si può cambiare.
Per questo Bonucci, forse senza rendersene conto fino in fondo, ha detto qualcosa che facciamo fatica a dimenticare. Perché ha detto il nostro nome