Blog – Il Partito Comunista cinese celebra cento anni
Mi ha colpito moltissimo la solennità con cui la Cina, guidata da Xi Jinping, ha celebrato i cento anni della fondazione del loro Partito Comunista. Nel mio inconscio il comunismo cinese era diventato solo un pretesto con il quale una oligarchia molto precisa giustificava il proprio potere. Scopro invece che non è così. In maniera per me inconcepibile, da quando comanda Xi Jinping l’ortodossia ideologica si è fortemente irrigidita: siamo arrivati al punto che il “comandante” del Partito e della Cina ha costretto la nomenclatura del partito a studiare il crollo del partito comunista sovietico per evitare di commettere gli stessi “errori”.
Come ha scritto l’Economist, il segreto della longevità del Partito starebbe in un misto di «brutalità», di «adattabilità ideologica» e di capacità di redistribuire in diverso modo su gran parte della popolazione i proventi della crescita economica. Diversamente dai normali partiti autoritari il Partito comunista cinese starebbe riuscendo a contenere almeno un po’ la corruzione e a non essere solo “un partito di ladri”. Finora è riuscito nella contraddizione di gestire un’economia in parte liberale con il con un sistema politico che farebbe felice Lenin. Il prezzo è stato quello di comprimere le libertà civili: per questo chi va in Cina tutto può fare tranne che parlare di politica e di religione. Io sinceramente non ho capito come sia possibile. Studiando confucianesimo e taoismo per il mio Le religioni spiegate ai giovani mi sono fatto l’idea che per il cinese la Cina sia una sorta di divinità ma confesso di non essere sicuro di aver capito. Nei commenti qui sotto accetto volentieri il vostro parere. Intanto vi suggerisco la lettura in proposito di questo bell’articolo su Il Post