Blog – Marta Cartabia, le solenni parole della ministra della Giustizia devono segnare una svolta
Marta Cartabia, riferendosi al pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, parla di tradimento della Costituzione. Di fatti talmente gravi da rendere totalmente insufficienti le parole, anche se di condanna. “Occorre attivarsi – riferisce L’Huffington Post – per comprenderne e rimuoverne le cause. Occorre attivarsi perché fatti così non si ripetano”, così la ministra della Giustizia che ieri ha tenuto una riunione in via Arenula, nella sede del Ministero della Giustizia, per prendere iniziative che possano raggiungere l’obiettivo di rendere irripetibili episodi come il violento pestaggio di un numero imprecisato di detenuti da parte degli agenti non accadano più.
Marta Cartabia rende noto di aver chiesto “un rapporto completo su ogni passaggio di informazione e sull’intera catena di responsabilità”, perché la vicenda “che ci auguriamo isolata” richiede “una verifica a più ampio raggio”.
Le parole più significative dell’intera esternazione sono “che ci auguriamo isolate”. Perché lasciano intendere che quelle azioni siano tutto tranne che isolate. La cosa che più deve far riflettere è che l’intera vicenda sia stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza, poi acquisite dalla procura. Significa che chi ha organizzato un’orribile pestaggio che nulla ha a che vedere con la giustizia, si muoveva all’interno di un pericolosissimo delirio di onnipotenza. Agiva con la convinzione che qualsiasi cosa fosse avvenuta i responsabili sarebbero rimasti per sempre impuniti.
E questo ci deve davvero far riflettere. Gli agenti si chiamano “di custodia” perché devono “custodire” i detenuti. Non solo nel senso che devono assicurarsi che i detenuti scontino la pena loro comminata ma anche perché devono custodire la dignità umana delle persone che sono loro affidate. “In custodia”, appunto.