Blog – L’Italia vince. Ma non cadiamo nel trionfalismo
Nel giorno in cui l’Italia batte il Belgio, desidero segnalare la bella intervista di Antonella Piperno su AGI a Gianluca Quinzi che ha deciso di ritirarsi dal tennis professionistico.
Lo faccio per ricordare a me stesso che si vince anche quando il risultato esterno può essere negativo. Proprio quando si vince bisogna non cadere nel trionfalismo, nella retorica, ma ricordarsi che la vittoria vera è quella che prescinde dal risultato numerico dei gol fatti e subiti.Ecco quindi la storia di Gianluca Quinzi.
Quinzi era un “predestinato” che nel 2013, a 17 anni, aveva vinto il torneo juniores di Wimbledon, e che a otto anni si era trasferito in Florida all’accademia di Nick Bollettieri insieme a sua madre, decidendo di vedere suo papà solo di tanto in tanto. Complice anche qualche infortunio, nonostante questi sforzi, però, non ha mai davvero sfondato. Non ha mai raggiunto il suo obiettivo di essere stabilmente nei primi cento giocatori del mondo. Si ritira come numero 474 essendo stato, come suo risultato migliore, il numero 142 e avendo vinto “solo” 280mila dollari in carriera. Ora, proprio mentre si svolge Wimbledon, ha deciso di annunciare il suo ritiro. L’anno prossimo anno prenderà la laurea in Economia e Management dello sport, cercherà di diventare un manager di quell’ambiente e, all’indomani del suo annuncio, ha dichiarato di aver finalmente dormito bene la notte. “Cercavo una sicurezza che non avevo più e adesso invece vedo tutto più chiaro”.
Diciamoci tutto questo proprio nel giorno in cui l’Italia batte il Belgio e va in semifinale. Non è scaramanzia, è stare nella vita. Celebriamo sempre i vincenti, i numeri uno, ma forse dovremmo anche cominciare ad imparare da quelli che si fermano, che cambiano strada, che mollano perché accettano che più su non andrebbero. Ascoltare se stessi, i propri limiti, imparare ad arrendersi non è una sconfitta ma riuscire a non essere prigionieri dei propri obiettivi anche quando si rivelano sbagliati. Oggi, proprio oggi, impariamo che c’è una grandezza anche nel dire mi fermo, cambio, nella mia vita faccio altro. La vera dignità è essere se stessi ed è così anche quando si deve passare attraverso una resa consapevole. Gettare la spugna a volte nella vita è la vera vittoria. E così la storia di Gianluigi Quinzi che si ritira è la storia di un successo. Si può vincere in tanti modi, non solo vincendo. Questa consapevolezza rende più leggeri e più sicuri. Il cuore sereno ci aiuterà nelle prossime partite. Perché, come ha dichiarato Mancini ai microfoni della Rai dopo la vittoria sul Belgio, “di partite ce ne sono ancora due”.