Articoli / Blog | 26 Maggio 2021

METRO – Impariamo dal gesto di quel padre

L’incidente sul Mottarone ci schiaccia ancora una volta al mistero, immenso, del dolore. Ancora più immenso quando, come in questo caso, sono coinvolti dei bambini. Il pianto si ferma in gola. Tra i bimbi non ce l’ha fatta il più grande dei due ricoverati in gravi condizioni a Torino. Per il piccolo di 5 anni c’è ancora speranza. Il suo babbo lo ha protetto col suo corpo abbracciandolo mentre la cabina cadeva in un estremo tentativo di custodia. Da questo gesto forse possiamo imparare qualcosa. Perché di fronte ad una sofferenza come questa è impossibile consolare con le parole. Si può stare vicino evitando la retorica. Si sta insieme nell’urlo di dolore o inghiottendo lacrime silenziose che non riescono a scendere perché si fermano in un groppo che strozza, in una domanda che non ha risposte. L’impianto è sotto sequestro e la giustizia farà il suo corso: in ogni caso, la giustizia non potrà mai restituire la vita persa. Ciò che è doveroso fare è non percorrere la via della consolazione facile. Soprattutto è necessario evitare di nominare Dio o “la Provvidenza” perché in caso contrario ci sarebbe solo la possibilità di ferire. Come quel padre che abbraccia, è necessario invece solo stare accanto. Stringere, magari in silenzio, la mano a chi soffre guardando insieme al nodo di un Mistero che per noi uomini è impossibile dipanare. Rimanendo vicini anche nell’impossibilità di capire.

Tratto da Metro