
METRO – Intervista a Mauro Leonardi: «Tik Tok? Veicolo messaggi cristiani»
«Che ci fa un prete su TikTok? Questa la domanda che mi sento rivolgere più spesso. E io, con un pizzico d’ironia, rispondo: Come può una prete non essere qui?». Bastano queste poche parole per entrare nel mondo di Don Mauro Leonardi, collaboratore di Metro, forse il prete più social d’Italia, con i suoi 2 milioni di Mi piace su TikTok e altre centinaia di migliaia su altre piattaforme. E proprio per spiegare come sopravvivere agli algoritmi usandoli a proprio vantaggio, ha scritto un libro, “Il Vangelo secondo TikTok. Usare i social e restare liberi” (Edizioni Terra Santa, e-book). Perché ha iniziato a usare i social? «Ho cominciato con Facebook, poi con Twitter e Instagram. Dalla scorsa estate sono sbarcato su TikTok, forse il più immediato. Ad un certo punto mi sono reso conto che potevano essere strumenti per veicolare idee e messaggi cristiani. Le piattaforme web hanno aperto nuove frontiere per condividere contenuti positivi, educativi ed evangelici». Come hanno reagito gli ambienti ecclesiastici? «Sicuramente può esserci stato pregiudizio, causato da mancanza di conoscenza. Ogni volta che me lo chiedono, cerco di spiegare che sono un prete normale. Fino al secondo dopoguerra, il sacerdote normale era quello che stava in tutte le relazioni, sane o malate, del suo territorio, che in genere era quello della parrocchia. Con la diffusione di massa dei mezzi di trasporto, iniziarono a spostarsi lontano dal luogo dove vivevano, ma il prete continuava a rimanere nelle vicinanze della chiesa. Nessuno però si accorgeva del divario che si stava creando. La vita si svolgeva altrove, in chiesa venivano solo anziani. La nascita dei social ci ha improvvisamente dato la possibilità di essere ovunque. Ma questa nuova realtà è ancora lontana dall’essere percepita come positiva». Come affronta gli aspetti negativi dei social? «Cerco di spiegare ai genitori gli strumenti con cui possono evitare che l’utilizzo diventi abuso. Ad esempio in pochissimi sanno usare il parental control. Spiego le challenge, fanno parte da sempre della vita dei giovani». Quali temi affronta? «Ultimamente su TikTok ho parlato del Catcalling». E ai genitori cosa dice? «Di stare più vicini ai figli, magari facendo insieme un video su TikTok. È un modo per comunicare, invece di chiudersi ognuno nella sua stanza».
Valeria Bobbi
Tratto da METRO NEWS ITALY (12 maggio 2021)