Blog – Ma TikTok è più sicuro di Instagram
L’orizzonte di TikTok e dei social è il nuovo terreno dell’evangelizzazione. Io, prete, chiamato come ogni battezzato a essere “contemplativo in mezzo al mondo” non posso non stare in questa realtà, non solo per testimoniare la mia fede e per “chiamare” giovani e gente più o meno lontana per attrazione, ma anche per imparare il linguaggio dei giovani e parlare della fede – e molto altro – con il loro linguaggio. Come Gesù parlava per parabole utilizzando il linguaggio della pesca e dell’agricoltura affinché potessero comprenderlo, così anche io mi sento chiamato ad apprendere e parlare il linguaggio dei social. In questo modo posso anche dimostrare che parlare di fede, di Gesù, di Amore non è “vecchio”; che i sacerdoti non vivono confinati in quattro mura ma sono sintonizzati con la realtà, con i desideri più profondi di ogni essere umano.
Naturalmente per fare questo occorre contaminarsi. Non si può parlare solo di “catechismo” ne fare le prediche o i commenti al vangelo, che peraltro io faccio. Tutto questo non basta. Bisogna avvicinarsi al linguaggio giovanile fatto di scenette comiche, di musica, di sana spensieratezza importante in un mondo come quello di oggi. La sfida è proporre le verità cristiane di sempre – o almeno piccoli scampoli di essa – con un linguaggio nuovo, con una prospettiva non giudicante, mostrando così che la santità quotidiana, l’allegria cristiana non sono propositi astratti da ritiro, maschere per nascondere un approccio moralistico, ma uno stile di vita reale. A costo di correre il rischio di non essere capiti da taluni. Il che non sarebbe una novità visto che il messaggio cristiano nella sua integrità è avvertito come scandalo e follia.
“Come facciamo con TikTok che ha le challenge?”? La challenge ci sono da sempre. Ricordiamo James Dean e Gioventù bruciata? È un film del 1955 e lì c’era la challenge di buttarsi dall’auto in corsa un istante prima che cadesse nel precipizio. E poi TikTok è il più sicuro dei social. Qualche giorno fa delle tredicenni hanno bullizzato una ragazzina più piccola di loro e per di più disabile, riprendendola con i cellulari. E hanno diffuso i video con Instagram. Instagram non TikTok. Perché? Perché l’algoritmo di TikTok avrebbe bloccato quelle immagini. Eppure nessun giornale ha titolato contro Instagram. Chissà perché