Articoli / Blog | 20 Febbraio 2021

Blog – L’innocenza di Alex

Dopo 4 anni di indagini infinite, Alex Schwazer può festeggiare la vittoria più attesa, anche se fuori dalla gara: il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha infatti disposto l’archiviazione del processo penale a carico del marciatore azzurro per “non aver commesso il fatto”.
Alex non si è dopato. Qualcuno ha quindi adulterato le sue urine nel 2016 quando, dopo un controllo, è risultato positivo al doping ed è stato squalificato dalle gare per otto anni.
Una vicenda triste dove una giustizia lenta ed evidentemente fallace ha impedito a un uomo di essere quello che è: un marciatore. Con la speranza che non sia troppo tardi per rivederlo gareggiare – visto che nello sport, a livello olimpico, l’orologio corre velocissimo – rimane soprattutto l’auspicio di trovare i colpevoli di quella che ormai si profila chiaramente come un macchinazione.
Wada e IAAF, smentite dal giudice italiano, stanno reagendo in modo scomposto. E questo è nella linea di come si sono comportate le istituzioni fino a qui, resistendo nell’effettuare quei controlli che avrebbero dovuto fare per facilitare le indagini.
Non so se potrà tornare a correre ma so che Alex ha vinto la battaglia più bella di tutte. Ha resistito nella sua dignità di uomo quando tutti dicevano che era una persona disonesta. Chiunque lo avesse visto singhiozzare la propria innocenza anni fa non poteva credere mentisse. Nessun attore professionista avrebbe saputo recitare quella parte. Ma Schwazer aveva contro le istituzioni perché aveva deciso di svergognare l’abbruttimento chimico di tutto l’ambiente: per questo le istituzioni avevano deciso di fargliela pagare. Come avvenne per Gesù quando Caifa disse: “Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo piuttosto che un’intera la nazione intera”.