Mercoledì 30 gennaio – Gal
Commento al Vangelo (Lc 2,36-40) del 30 dicembre 2020, mercoledì fra l’ottava di Natale, di Gal. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti, audio o scritti, a [email protected]
In quel tempo, c’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
Anna, un’anziana signora, molto anziana per l’epoca…84 anni, sposa per soli sette e poi da circa una cinquantina dedita al tempio: ci sta notte e giorno, ascolta, prega, digiuna, riordina e custodisce… tanto da essere diventata una profetessa..
Sicuramente un seme ricevuto e fatto fruttificare bene, curato e lavorato con preghiere, digiuni e ascolto, concimato con tanta umiltà e mitezza per stare lì, sempre.
Sola, ad attendere Te
Sola, per Te
E senza volerlo sei diventata… per Tutti coloro che venivano a trovarti nel Tempio un punto di riferimento, una presenza, una certezza, una accoglienza
Grazie per tutte quelle persone che anche io ho incontrato come Anna e che mi hanno fatto sentire a casa, accolta e capita, ancor prima di parlare.