METRO – Natale in pochi? Avremo meno ansie
In un Natale che sarà chiuso alla convivialità e vedrà limitati i festeggiamenti, che sarà ancora punteggiato dalle morti e dalla consapevolezza dei tanti posti vuoti, la serenità appare una scommessa difficile da vincere. Forse il segreto è conservare, nella povertà, l’apertura che si ebbe in una grotta duemila anni fa quando la delicatezza di Dio si fece presente visitando in punta di piedi e redimendo attraverso un segno umile come quello di un Neonato. Nel presepe l’irruzione del Mistero dà voce alla trasgressione per cui è una donna, Elisabetta, a dare il nome al figlio e a tracciarne e custodirne la vocazione, quando tutto ciò era compito dei mariti: maschi che nel frattempo erano diventati sordi e muti.
Riuniti a casa in pochi, è giusto provare a conservare un posto ideale nel nostro cuore per chi soffre, però diamo spazio anche alla speranza perché è questo il modo per portare concretamente il messaggio proprio del Natale. Potremo riscoprire la serenità godendo dei tempi più lunghi come conseguenza delle essere assieme in pochi o potremo godere di preparativi senza ansia perché siamo soli con i congiunti più prossimi. Forse potremo così apprezzare di più il silenzio nel quale il Mistero irrompe nella vita “visitando” in punta di piedi e redimendo attraverso segni umili. Quello così piccolo che, per essere colto, ha bisogno della calma di quando si è in pochi