Caro don Mauro ti scrivo – La fede, il male e le atrocità della Bibbia
Con il permesso dell’interessata e cambiandole il nome, pubblico questa corrispondenza avvenuta su Instagram: chiedo a chiunque voglia scrivermi di farlo lì
Padre buonasera.
mi chiamo Roberta e ho appena visto alcuni suoi video su TikTok.
La trovo molto simpatico e mi piace il modo in cui cerca di approcciarsi ai giovani. Mi piace il fatto che lei rivolga una preghiera agli atei e agli agnostici. Io non so se ritenermi atea. Mi spiego meglio: io vorrei credere in Dio, mi piacerebbe aggrapparmi a qualcosa quando tutto va male, ma proprio non riesco a capire come potrei credere in qualcosa che permette che disgrazie ed eventi che fanno soffrire possano succedere.
Non so mai a chi rivolgermi in questi momenti in cui vorrei avere risposte e non le trovo ho pensato che magari lei potesse aiutarmi a capire come si fa ad avere fede in qualcosa che non si manifesta e che non possiamo percepire. Inoltre vorrei anche capire perché la Bibbia, che dovrebbe essere un libro sacro, contiene tutte quelle atrocità che lasciano intendere che sotto quelle violenze contro la donna c’è anche il consenso di Dio
Mi farebbe molto piacere capire il suo punto di vista, spero in una risposta, buona serata
Cara Roberta, la Bibbia come libro sacro e di Dio – così come è vista nel cristianesimo – non nega né nasconde la sofferenza, il dolore, l’ingiustizia che percorre la vita umana. Il Dio cristiano è un Dio che è in mezzo. Vive con noi, eccetto che nel peccato, ogni esperienza umana e la Bibbia ci dice che il Male non era nel piano di Dio né sarà la sua ultima parola, tuttavia nel presente, Dio non ci tratta da burattini e ci permette di scegliere.
Per quanto riguarda credere a un Dio che non si vede, noi tante volte crediamo in ciò che non vediamo: anzi credere è esattamente conoscere qualcosa senza averne l’evidenza. Credere è un’esperienza di incontro per il quale, l’abbandono al Padre, si fonda proprio nel Mistero e nell’incertezza. Non è un’esperienza che avviene una volta e basta ma è qualcosa che dura per tutta la vita. È una continua rivelazione e scoperta, anche del senso del dolore: anzi, forse, proprio di questo.
Grazie per avermi scritto e prega per me