
Blog – Halloween è “Tutti i Santi”, come Befana è Epifania
All’avvicinarsi di Halloween, che quest’anno a causa del Coronavirus sarà per forza di cose in tono minore, mi sembra opportuno riassumere tre aspetti per sapere bene di cosa si tratta.
Primo. Halloween è semplicemente la trascrizione di All Hallows (tutti i santi) un po’ come Befana è la trascrizione di Epifania. La storia è questa. In data 1 novembre, cito dal blog Pennaspuntata, gli antichi celti festeggiavano i loro cari morti che tornavano a trovarli. Non erano gli zombie che arrivavano di sorpresa ma erano i vivi che volevano reincontrare i loro cari morti. Accadeva nella festa di Samhain che era Capodanno per i Celti. Spalancavano i cancelli, toglievano i talismani che dovevano scacciare i morti, accendevano delle luci, preparavano dei dolci a forma di ossa di morto per rifocillarli e farli riposare.
Di lì a qualche secolo prenderà il potere Carlo Magno, uno che al calendario teneva molto, e che, da cristiano (e credendosi anche un po’ una specie di Papa) vuole fissare una commemorazione ufficiale dei propri defunti. Non sapendo dove collocare questa festa, si consiglierà con uno dei suoi fidati: Alcuino di York, un monaco. York è in Inghilterra, e in Inghilterra esistevano feste secolari che ricordavano i defunti: chissà perché, ma Alcuino farà due più due e darà il suo suggerimento a re Carlo. Passerà ancora qualche anno, e Papa Gregorio IV, alla metà del IX secolo, istituzionalizzerà la festa di Ognissanti e la fisserà in perfetta corrispondenza con l’antica Samhain di origine celtica, il 1° novembre. Nulla di nuovo, visto che il cristianesimo ha sempre fatto queste operazioni.
Secondo. Le zucche, ortaggio messicano che arrivò in Italia dopo la scoperta dell’america, non le hanno inventate per il 1° novembre Halloween e i satanisti, ma c’erano già, qui da noi, in Italia. In Abruzzo, in passato, andavano in giro con la zucca chiedendo offerte (dolcetti) per le anime dei morti; in Puglia, a Orsara in particolare, la festa si chiamava “fuuc acost” e si decoravano le zucche chiamate “cocce priatorje”; a Serra san Bruno (Calabria, non è il Michigan) si intagliava la zucca per ottenerne un teschio (in dialetto “coccalu di muortu”) e i ragazzini bussavano agli usci delle case e esordivano con la frase “mi lu pagati lu cuccalu?” che tradotto significa “me lo pagate il teschio?”. No, la mia fonte non è l’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti). È la rivista di “A Sua Immagine”, sì, la trasmissione Tv su RAI1 che contiene – per esempio – l’Angelus del Papa.
Terzo: Le Messe nere purtroppo avvengono non solo per il 1° novembre ma anche per le altre più importanti solennità cristiane. Chi non ci crede, legga “Fuggita da Satana” (Piemme, 2007) e avrà il racconto, fatto da una ex sacerdotessa di Satana, di come il demonio abbia un proprio “anno liturgico” al contrario, ricalcato su quello della chiesa cattolica che riguarda Pasqua, Natale, Assunzione e così via, non solo il 1° novembre.