Agi – Il ‘messaggio’ religioso di Conte nell’augurio di un Natale sereno
La nuova stretta chiesta dal premier al paese ha l’obiettivo di farci passare “un Natale più sereno”. Qualcuno commenta con ironia queste parole definendole “paternalistiche”, io invece ci voglio trovare un modo cortese di chiedere agli italiani di pregare o almeno di avere pensieri che includano qualcosa di religioso.
Prima del Concilio Vaticano le Messe di mezzanotte erano più frequenti, per alcuni erano tante, anzi troppe: ora di Messa di mezzanotte ce n’è solo una, ed è quella di Natale. A me piace molto la Messa di mezzanotte e quando Conte dice che dobbiamo sforzarci adesso per poi avere un Natale più sereno, io penso proprio al cenone del 24 con l’andare poi, tutti quanti (visto che siamo ormai sereni), alla Messa.
La Messa di mezzanotte di Natale è una Messa esagerata. È la Messa di tutti quelli che non vanno mai a Messa ed è la Messa di tutti quelli che ci vanno sempre, un po’ come la differenziata di oggi che obbliga tutti quelli che la differenziata non la facevano mai a diventare come quelli che la fanno sempre.
È la Messa che aiuta quelli che hanno una fede grossa grossa a guardare con comprensione quelli che ce l’hanno piccola piccola e che vanno alla Messa solo perché hanno la scusa di allontanarsi da tavola e da quei parenti di cui non si ricordano più neanche chi sono. È la Messa di tutti, come il Natale “sereno” che Conte ha in mente per tutti.
I politici americani amano avere sempre Dio in bocca, e non esitano a urlare nei microfoni, a volte senza tanti giri di parole, che il tale politico o il tal altro “sono l’uomo mandato da Dio per liberarci dal Male”.
A me che Conte per dirci di pregare – o per lo meno di avere un pensiero felice che includa Dio – scelga il modo elegante di rievocare dentro di noi il Natale tranquillo, familiare, di cui ciascuno di noi ha in qualche modo esperienza, sembra un bel modo di parlare.
A marzo il sogno di un’estate in cui “torneremo a riabbracciarci” poteva aiutarci a stringere i denti visto che speravamo tutti nel mare e nella spiaggia, in un’estate che senza abbracci non era vacanza, ora la prospettiva di un Natale “più sereno” mi riporta a quando bambino vedevo nelle settimane di novembre e di dicembre un periodo duro ma che, grazie alla nascita di un Bambino che portava il panettone e i regali, sarebbe finito bene.
Forse mi accontento di poco ma a me una prospettiva così sembra felice. E solo Dio sa quanto bisogno abbiamo oggi di un po’ di felicità.