FarodiRoma – “Non sono una cosa, sono tua moglie”. L’intimità di una donna ci rivela cosa sia l’amore. Su Amazon il romanzo di don Mauro Leonardi
È una lettura sorprendente quella de Il Diario di Paci, il romanzo di don Mauro Leonardi, firma autorevole di FarodiRoma e di diverse altre testate, fatto da 150 poesie che, dal primo gennaio al primo gennaio, coprono esattamente un anno della vita di Paci, una donna sposata con un marito che non la ama, con una figlia di nome Marta, un’amica di nome Stella e che si mantiene facendo pulizie visto che il marito la trascura. Indagando i sentimenti e la sofferenza di una giovane donna, infatti, il sacerdote riesce a parlarci della grande dignità e profondità che si nasconde in ciascuno di noi e in definitiva di Dio che per amore ci ha creati e redenti. La poesia in questo caso è lo strumento migliore per comunicare quelle verità profonde su noi stessi, sugli altri e anche su Dio e il nostro destino, che spesso si ha paura di conoscere. La scienza si ferma ad un certo punto e spiega assai poco della ricchezza del nostro essere in relazione: le neuroscienze e le scienze giuridiche, la sociologia e la psicologia, tutte le branche insomma della conoscenza, non bastano a darci le risposte che vorremmo, la prima delle quali è sapere se siamo amati. Forse ci riesce la poesia, in questo caso.
Noto al grande pubblico perché da esso Mauro Leonardi ne trasse la rubrica di prima pagina che Avvenire pubblicò da ottobre a dicembre 2017, contiene molti brani famosi e cliccatissimi che però finora erano reperibili solo sul web e, soprattutto, non erano nella disposizione narrativa che li rende parte di un vero romanzo, ora pubblicato con Amazon. Ecco la pagina di diario del 23 gennaio. Buona lettura ricordandoci che la letteratura e la poesia sono uno dei rimedi migliori per i momenti difficili che stiamo attraversando
23 gennaio
Sei appena uscito dalla camera, René.
Hai appena aperto la porta. Ho sentito il rumore della chiave.
Ora sentirò i rumori in bagno.
Appena capisco che hai aperto la doccia, mi muovo.
Tu credi che dopo, dormo. Invece no. Rimango solo ferma.
Poi, appena posso, mi rivesto subito perché non voglio intimità, René.
Io non sono una cosa, sono tua moglie.
Gesù prende tutto ma non mi toglie mai nulla.
Tu mi togli tutto, mi lasci sfinita, eppure non hai mai preso il tutto che volevo darti. Tu rubi pezzi di me, parti di me ma, se volevi, potevi avere la mia vita intera.
Ma non la vuoi.
Se prendi la mia vita devi vivere con me, ma tu non vuoi vivere con me.
Tu vuoi solo venire. Venire ogni tanto.
Ecco.
Con Gesù le parole bastano, i sospiri parlano, il tono di voce è una carezza e facciamo una carne sola.
Una sola cosa si fa con l’amore, non con i pezzi di carta.
I pezzi di carta mettono in regola, l’amore è un’altra cosa.
René ti guardo. Dormi con me. Entri e esci da questa casa.
Sei mio marito.
Ti guardo.
Marta porta il tuo cognome. Firmi le sue cose. Ti chiama papà.
Potresti essere suo padre.
Tu dici: non ti manca niente, non vi manca niente.
Tu dici: cosa manca a te e alla bambina?
Tu dici: non ti faccio mancare niente.
Tu dici: ti ho sposata.
Tu dici: perché devi complicare le cose?
Sì, René, hai ragione, non mi manca niente.
Sì, René, sei nel giusto.
Il bilancino delle cose che devi fare è in equilibrio, e sei nel giusto.
Il tuo bilancino non pende, René.
Non lo so.
Non so.
Io guardo Marta per capire le cose.
Per capire se uno mi ama guardo Marta.
Marta è un amore ma non è un certificato d’amore.
Lei non mi dice: cosa ti manca mamma?
Lei non mi dice: guarda tutto quello che ti ho dato.
Lei è amore perché prende il tutto che le do, lo riceve.
Quando Stella mi dice: perché ci vai ancora a letto?
Perché gli cucini ancora? Mi dice: tu non lo ami più.
Non le so spiegare perché rimango.
Forse, Stella, perché penso che amare è dare tutto, anche il non amore”.
Qui sotto, nell’interpretazione di Roberta Bedogni, L’amore non basta per amare, la poesia più famosa dell’intera raccolta