Articoli / Blog | 30 Settembre 2020

METRO – Terribile, ma quel movente è verosimile

Mette i brividi il racconto con cui  Daniele De Santis ed Eleonora Manta (lui arbitro di 33 anni, lei funzionario di 30) vengono uccisi con 60 coltellate la sera del 21 settembre nella casa dove erano andati a convivere da poco. «Ho fatto una cavolata  – ha detto il reo confesso Antonio De Marco, 21 anni di Casarano – So di aver sbagliato. Li ho uccisi perché erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia».  Il movente che a moltissimi pare risibile, anzi inesistente, a me convince appieno. A noi preti accade di toccare quanto possa essere pericolosa la diabolica ira rabbiosa per la felicità altrui. Riconosco in quanto detto dal reoconfesso non parole di circostanza ma il movente più vero e più efficace: quello di Caino verso Abele. La Bibbia racconta che Caino era molto irritato nel vedere la relazione piena di felicità che c’era tra Dio ed il fratello (cfr Gn 4, 4-6). Usa quasi le stesse parole di un inquirente che ha detto come l’omicida fosse pieno di invidia e gelosia per la gioia di vivere e la solarità che quei giovani dimostravano e che lui non aveva essendo “introverso, chiuso, con poche amicizie”. Come la Scrittura quando dice che il volto di Caino era abbattuto e questo è premessa sufficiente ad alzare la mano contro il fratello, proprio come De Marco contro Daniele ed Eleonora. Lecce come la Bibbia, De Carlo come Caino: è la tremenda verità dell’Assoluto.

Tratto da METRO