Le Lettere di Marco D. – Prepariamoci
Il 2020 è un anno che ha portato l’umanità a sperimentare accadimenti che dal dopoguerra ad oggi non si erano mai visti. Prima abbiamo avuto una crisi sanitaria globale alla quale il mondo si è dimostrato tutt’altro che preparato ed anzi ha mostrato come ognuno sia andato per la sua strada, anche seguendo cammini totalmente divergenti. Poi dalla crisi sanitaria siamo passati ad una crisi economica tanto che le sue conseguenze, pur essendo solo all’inizio, stanno già causando milioni di disoccupati in tutto il mondo.
Ma pur essendo due crisi molto diverse, hanno un elemento che le accomuna e che tocca tutti gli uomini: entrambe smontano alcune certezze che l’uomo moderno ha costruito nella della vita terrena.
La prima crisi, quella sanitaria, ci ha ricordato che con la vita non abbiamo un contratto a tempo indeterminato ma al contrario si tratta di un percorso a termine.
Un evento che ci ha fatto tornare con i piedi per terra come in quella canzone che diceva “ci credevamo eterni, ci credevamo eroi”.
Della seconda crisi, quella economica, ci sono solo i primi sintomi, ma mi preoccupa molto di più, perché scalfirà una certezza che nelle civiltà soprattutto occidentali è più granitica della stessa morte: la certezza dello Stato “onnipotente”.
Viviamo infatti in un epoca dove la stragrande maggioranza delle persone è convinta che la macchina dello Stato possa erogare all’infinito qualunque servizio, qualunque sussidio, qualunque garanzia, in una sorta di mondo in cui si banchetta costantemente gratis.
Peccato che guardando dietro le quinte si vede benissimo che si tratta di una “macchina infernale”, dove ai servizi infiniti sono stati generati debiti altrettanto infiniti che la crisi sanitaria ora ha scoperchiato.
Come si sentiranno gli adoratori del Dio-Stato quando si renderanno conto che questa macchina è di creazione umana e che in quanto tale non avrebbe mai potuto garantire benessere e prosperità eterna?
Cosa penseranno tutti coloro che credevano le “garanzie” dello Stato intoccabili ed eterne al pari di Dio e ora le vedranno scricchiolare?
Traduciamo quindi tutti questi accadimenti in un segnale, soprattutto per quelli che nel turbine della vita moderna hanno creduto a tutte queste promesse, un segnale di risveglio per discernere il vero eterno dalle cose terrene, l’infinito dal finito, il bene dal male.
In fin dei conti è quanto ci ha chiesto Gesù Cristo per essere uomini e donne nella verità e nella luce.
Ed è quanto di necessario per prepararci all’inaspettato ed all’imponderabile, perché quando accadrà “chi sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua; e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste.”
Marco Dal Prà, classe 1966, veneziano anzi mestrino, 5 figli, è un tecnico elettronico; si occupa di energia, impianti ed automazione. Una delle sue passioni è la divulgazione, tanto che pubblica in rete guide, manuali ed articoli su qualunque cosa “tecnologica” fin dai primi anni 2000: dalle fonti rinnovabili alla domotica, dall’energia alla blockchain