METRO – La nostra bella cena (snobbata dai figli)
Spesso l’arrivo dell’estate porta con sé la scoperta che i nostri figli sono diventati adolescenti. Smettono di essere terrestri e scopriamo che sono di un pianeta alieno. Non li riconosciamo più. Quei bimbi che fino a ieri ci seguivano al parco, dagli zii e per i quali ogni nostra proposta era una magnifica avventura ora sono esseri che sbuffano alle nostre proposte qualsiasi siano. Al nostro “come va?” sibilano “bene” e se proseguiamo con “che cosa hai fatto?” la risposta è “niente”. Se prepariamo una cena sontuosa loro disapprovano, mugugnano e preferiscono uscire con gli amici per una pizza al taglio.
Le prime volte ci rimaniamo male e ci chiediamo dove abbiamo sbagliato. All’origine di tutto ciò non ci sono i nostri errori ma il loro desiderio di crescere che, spessisimo, li spinge a definirsi proprio contro di noi e in contrasto con noi. È proprio delle identità più fragili costruirsi “per differenza” ed è quanto iniziano a fare i nostri figli quando entrano nell’adolescenza, e a noi allora spetta accogliere la modalità di comunicazione “mugugni” e “stop” sulle porte delle loro stanze. Il vero errore da non commettere è quello di diventare giovani come loro, perché renderemmo vano proprio il loro sforzo di definirisi allontanandosi. Cerchiamo invece di approvare i loro primi esperimenti di vita lontana da noi. Se accade, vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro con loro
Tratto da METRO