Articoli / Blog | 01 Giugno 2020

Ora / Tra Cielo e Terra – Amicizia è condividere

All’inizio del lockdown mi ero proposto di fare ogni giorno una telefonata a qualche “amico” che non sentivo da tanto: ne ho fatte due. Ho scoperto ancora una volta che l’amicizia – anche la telefonata “d’amicizia” – c’è solo se libera. Una telefonata di vera amicizia di solito non arriva mai nelle “feste comandate” o negli anniversari di qualcosa. È, prima di tutto, non una telefonata che chiede ma una telefonata che ascolta. O, se vogliamo, è una telefonata che chiede non favori o informazioni ma la presenza dell’altro. È la condivisione della propria vita con l’altro e per l’altro. L’amicizia non ha bisogno di legami o di appuntamenti istituzionalizzati, anzi li teme perché è fatta di libertà. Proprio per questo ha bisogno di quotidianità. Del desiderio, semplicemente, di stare insieme, di parlarsi, di condividere senza che ci sia una necessità concreta o un bisogno impellente.
E così posso dire che, alla faccia delle mie intenzioni sulla carta, in questo periodo di coronavirus ho potuto apprezzare ancora di più il valore di chiamate così, da amico ad amico, e da esse ho dedotto il numero dei miei veri amici come loro l’hanno fatto con me.
Se prima un rapporto d’amicizia poteva reggersi anche attraverso il fatto occasionale: un’uscita, un caffè insieme visto che sono in centro, in questo periodo a stare al centro non sono le occasioni di svago ma proprio le persone. C’è un “tu” a cui ci rivolgiamo che è solo per condividere le paure quotidiani, le incombenze domestiche, i capricci dei figli, le difficoltà con coniugi e familiari, le preoccupazioni per il lavoro. I dolori per la Chiesa che apre per le Messe o che non apre. Per la decisione di rimanere in casa a guardare la Messa in Tv oppure di andare a fare la Comunione rischiando qualcosa.