Articoli / Blog | 24 Aprile 2020

Ora/ Tra Cielo e Terra – La casa come Chiesa

Con il permesso dell’interessato, una delle mail che ricevo ogni giorno mi dà lo spunto per la nostra riflessione settimanale. “Caro Don Mauro – mi scrivono – voglio condividere con lei quello che mi è accaduto ieri sera. Non potendo uscire per andare in Chiesa per confessarmi, ho chiesto perdono a Gesù recitando l’atto di dolore. Nel pomeriggio di oggi, ho aiutato mia zia a mettere la spesa a posto e mentre camminavo nelle stanze e nel corridoio, sentivo dentro di me un qualcosa che non riuscivo a capire. Sentivo solo il bisogno di stare chiuso in camera da solo. Così ho fatto dopo aver messo la spesa a posto. Arrivato in camera mi sono seduto sulla poltrona e ho iniziato a chiedere perdono a Gesù a parole mie. Allora ho sentito forte il bisogno di prendere il crocifisso appeso al fianco del mio letto. Proprio quel Crocifisso che lei mi ha inviato, ricorda? Cosi ho fatto. Mentre lo avevo in mano continuavo a chiedere perdono e ho iniziato a piangere, cosi all’improvviso. Mentre chiedevo sempre perdono per i miei peccati, le lacrime scendevano a rigare il mio viso. Poi ho recitato l’atto di dolore. Cosa mi e successo?” Ti è successo, ho risposto, che hai vissuto quanto dice Gesù: “Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto” (Mt 6,6).
Lo testimoniava recentemente anche Fiorello, con chi polemizzava per la scelta dei vescovi di tenere le chiese chiuse: si è dichiarato credente è ha detto che un cattolico può pregare in qualunque posto. E ha ragione. Molte volte le chiese dei cristiani sono le case normali dei fedeli. È stato così nei primi secoli e, spesso, è ancora così oggi. Possiamo prendere questa Quaresima di chiese vuote come segno che Dio ci dà per “prendere il largo”: uscire dalle chiese per tornare nel mondo

Tratto da ORA