Articoli / Blog | 11 Aprile 2020

Ora – Non siamo preti senza Messa ma celebranti senza popolo

Dopo aver comprato il pane o le medicine, diversi fedeli, ben distanziati gli uni dagli altri, passano dalla Chiesa per una breve preghiera, mi guardano e mi chiedono: cosa farete voi preti in questa Pasqua strana, senza Triduo Sacro, senza Via Crucis, con un Papa che, se la farà, lo vedrà completamente solo? Cosa fate ora che siete senza Messe, funerali e matrimoni?
Io spiego che è sbagliato dire che i preti sono “senza Messa” perché noi celebriamo la Messa anche se “senza popolo”: è una differenza importante. Ogni Messa è, spiritualmente, celebrata con tutto il popolo di Dio e per il popolo di Dio. Quindi, dal punto di vista dell’essenza di cosa sia una Messa non manca nulla. È come per la preghiera fatta il 28 marzo da Papa Francesco in una Piazza San Pietro assolutamente vuota e bagnata: essa era rivolta a Dio per tutta l’umanità esattamente come se la Piazza fosse stata gremita come nelle altre occasioni.
È vero però che per un sacerdote celebrare senza la presenza fisica della gente, o fare la Via Crucis da solo, è un problema. Un mio amico prete ha stampato i volti dei parrocchiani normalmente presenti e, prima della Messa che celebra da solo, li ha messi bene in vista lungo in banchi così da ricordarsene mentre erano presenti: è stato un modo intelligente di non sentirsi solo. Il web poi aiuta. Oltre al Papa che celebra alle 7.00 del mattino, ci sono ormai molti sacerdoti che fanno Sante Messe in streaming usando le dirette Facebook, Instagram o gli altri sistemi che aiutano molto a superare la distanza emotiva creata dalla separazione fisica.
Qualcosa di analogo accade per la Via Crucis. Per una fortunata coincidenza Giulio Base ne ha trovato una mia sul web e ne sta leggendo una stazione al giorno che pubblica sui social: un altro modo per stare vicino a persone con le quali, in altre tempi, le distanze imposte dal coronavirus sarebbero state abissi invalicabili. Finché non potremo tornare a partecipare alla Santa Messa come popolo avremo la possibilità di crescere nella fede del Mistero soprannaturale che la definisce: perché una Messa celebrata dal solo parroco nella sagrestia della propria canonica vale tanto quanto una Messa concelebrata da tutti i vescovi del mondo riuniti in Concilio assieme al Papa a San Pietro. Oltre a ciò, dovremmo reimparare che quelle Vie Crucis popolari di cui lamenteremo l’assenza, altro non sono che il simbolo del cammino dell’umanità, come popolo di Dio, dietro a Gesù, e possono farci condividere, per esempio, la stessa situazione di chi, ferito da situazioni particolari, normalmente non può accedere al Sacramento e per poter provare quel desiderio ardente di unione col Signore che dovrebbe animare ogni Eucarestia ma che a volte viene soffocato dal ricevere Cristo eucaristico in modo abitudinario.
Visto che le nostre liturgie comunitarie vengono temporaneamente sospese è arrivato il momento, per alimentare la nostra carità, di pregare nella nostra stanza come dice il Vangelo (cfr Mt 6,6).