Blog / Renato Pierri | 02 Aprile 2020

Le Lettere di Renato Pierri – Sia stramaledetto l’uccisore della ragazza di Favara

Sia stramaledetto da Dio e dagli uomini. Lo so, non bisognerebbe mandare maledizioni, ma non posso fare a meno di maledirlo. Non bisognerebbe odiare, ma non posso fare a meno di odiare certi individui. Sono buono, però, e non gli auguro di andare all’inferno, ma di trovarlo qui sulla terra l’inferno, d’essere tormentato per tutta la vita dai rimorsi. Gli auguro di tentare mille volte di suicidarsi e di non riuscirci mai, di restare in vita fino alla vecchiaia, una vecchiaia tristissima, infelicissima. Non bisognerebbe stramaledire un essere umano, augurare tutto il male del mondo ad un essere umano, ma il fatto è che io non sono certo si tratti di un essere umano. Ha le sembianze di un essere umano, ma non credo sia un essere umano. Ha le sembianze di un uomo, ma non può essere chiamato uomo. Lo odio e lo disprezzo perché mi fa vergognare, mi mette in imbarazzo, mi mette nelle condizioni di non saper cosa dire, di non sapere più che discorsi fare, se non questi, di augurargli che gli cadano addosso tutte le disgrazie di questo mondo. Lo odio e lo disprezzo perché proprio adesso che si avvicina la bella festa della Pasqua, proprio in questo periodo di grande difficoltà in cui dovremmo tutti volerci più bene, mi ha fatto venire lo schifo del mondo. Non lo nomino. La vittima, si chiamava Lorena. Il verbo è all’imperfetto. E’ morta. Mi dà fastidio dire come, e per questo sia ancora maledetto.

Renato Pierri