Le Lettere di suor Lorena – Esserci semplicemente…
In questi giorni, infiniti sono i pensieri, innumerevoli le parole, mutevoli i sentimenti.
Ci sentiamo e siamo distanti, lontani, eppure mai così vicini ed insieme come questi giorni ad affrontare la sfida del virus Covid 19.
Respiriamo un clima surreale: silenzio spettrale e strade deserte; paesaggio statico.
E come in un flash back rivedo scene di ordinaria quotidianità impaziente: al super mercato in fila bisogna aspettare alla cassa e ci si innervosisce perché sembra che proprio adesso stiano tutti a fare la spesa. E il marito che attende la moglie a comprare un abbigliamento si arrabbia perchè lei non riesce a decidere tra i colori o i modelli. Il giovane si innervosisce se qualcuno non risponde immediatamente alla sua chat o non aggiorna il suo facebok. Il prete si spazientisce se vede arrivare i fedeli in ritardo alla messa e la suora si innervosisce se tutto non è perfettamente in ordine…Ci accalchiamo per poter entrare nella metro all’ultimo secondo prima del fischio che indica la chiusura delle porte. Si spinge, si sgomita non curanti del più debole che lasciamo indietro…Siamo tutti impazienti!
Tutto mi costringe a pensare. Fluiscono spontanee domande inaspettate: dov’è finito il vociare frastornante? Dov’è il correre convulso? Dove sono la produttività e il consumo sfrenati?
E sperimentiamo la mancanza, il non avere, il non potere. Estremo senso di impotenza, precarietà, fragilità…noi non siamo i padroni della vita, la vita è oltre noi…Mancano le scelte e le abitudini così ordinarie da viverle come scontate…e mancano. Diceva la mia mamma che spesso ci accorgiamo del valore delle cose che abbiamo solo quando ci mancano. Mancanza! E senti la mancanza che attanaglia lo stomaco.
Inevitabilmente rifletto: mancanza e staticità, nulla di superfluo, estrema essenzialità.
Niente abbracci, niente baci, niente strette di mano; penso alla sofferenza delle vittime, al sacrificio di tutto il personale sanitario e mi dico: “eppure tutto questo avrà un senso”; ha certamente un senso. Vuole insegnarmi qualcosa perché a vivere si impara e vivere è imparare!
Così prego, cerco luce: “Signore davanti a te i pensieri del mio cuore”…
Ecco la sfida del Coronavirus: il centro dell’impazienza è l’incapacità di aspettare. Imparo che l’impazienza viene trasformata soltanto se accetto consapevolmente l’attesa, gusto il fatto di poter stare in casa, di non fare nulla di inevitabilmente frenetico e scelgo consapevolmente di esserci semplicemente… Mi ripeto: io prima di fare sono, esisto, respiro, vivo. Godo di esserci semplicemente!
Un altro apprendimento che mi deriva da questo esserci semplicemente è il trasformare l’impazienza in cura: mi concentro su quello che sto facendo in questo momento, evito di essere su 7 faccende insieme rischiando l’esaurimento nervoso. Semplicemente “sto sul pezzo” che ho scelto di vivere.
Da questa esperienza imparo a lasciare che l’altro (persona o vicenda) sia così com’è. Come lo faccio? Ponendomi domande di mediazione che mi inducono ad ammettere che l’altro ha il diritto di essere così com’è semplicemente e io non ho l’ardire di giudicarlo. Perché l’altro deve corrispondere alle mie aspettative? E’ la sua forma di esserci semplicemente e io lascio che sia così com’è.
Allora la mia impazienza si trasforma in serenità. Il lasciar essere diventa benedizione salutare per me e per gli altri: ciò che conta è crescere! E’ dentro questa pace che cresce in me la fiducia che l’esperienza che stiamo vivendo è sfida che aiuta a crescere in ognuno di noi la consapevolezza che ci è data la possibilità di prenderci tempo prima di tutto per esserci semplicemente così come ognuno è.
Suor Lorena Bonardi nasce a Salò (Brescia) il 15 marzo 1969. Emette la professione religiosa perpetua il 26 agosto 1995 nell’Istituto delle suore Sacramentine di Bergamo. Consegue il diploma accademico di Magistero in Scienze religiose presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma e il diploma di counseling spirituale in ambito cattolico presso il Pontificio Istituto di spiritualità Teresianum (Roma). Dopo essere stata docente per 22 anni, è attualmente Responsabile della comunità religiosa delle suore Sacramentine a Roma e gestisce la casa di spiritualità Santa Geltrude Comensoli a Roma Pietralata.